Perù, scontri tra i sostenitori di Castillo e forze di sicurezza: 17 morti accertati

Il Perù è ormai da settimane che vede il suo territorio invaso dai sostenitori dell’ex presidente Castillo che ha tentato di sciogliere il congresso ed è stato poi arrestato. Le manifestazioni e i blocchi stradali si sono poi trasformati in scontri armati nel sud est del Paese che hanno portato a morti e feriti.

Proteste in Perù
Proteste in Perù – Nanopress.it

Sembra che la crisi globale abbia innescato azioni impensabili o, almeno impensabili prima della loro realizzazione. Il capo di stato peruviano Pedro Castillo ha deciso di compiere un’azione che gli è poi costata il carcere, dove è tutt’ora detenuto e dove sembra dovrà restare ancora per molti mesi. Ciò ha comportato il malcontento popolare e, sopratutto, tra i pro Castillo che hanno, immediatamente, organizzato proteste e manifestazioni. L’elezione della nuova presidente Boluarte ha destato nervosismo tra il popolo, che chiede che vengano anticipate le elezioni in modo da poter eleggere democraticamente il suo presidente.

Il tentato golpe di Castillo che ha gettato il Perù nel caos

L’ex presidente del Perù Pedro Castillo ha stupito e lasciato senza parole la sua nazione dopo che, il 7 dicembre,  ha deciso di effettuare un discorso alla nazione in diretta tv, dove proponeva lo scioglimento delle Camere e l’avvio di un governo d’emergenza. La decisione, stando a quanto poi emerso successivamente, e stata presa in maniera solitaria da Castillo che, non si è confrontato nemmeno con i suoi ministri. Ciò che ha lasciato perplessi inizialmente, sia i suoi alleati che l’opposizione, non è stato il fatto che il discorso sia arrivato soltanto qualche ora prima della terza mozione di sfiducia proposta dal governo che, però, poteva essere gestita nel diversamente e addirittura essere vinta come le altre due precedenti.

Se subito anche gli stessi ministri alleati di Castillo hanno storto il naso e si sono svincolati da lui, man mano che le ore passavano hanno riferito che la presa di posizione dell’ex presidente è qualcosa di poco chiaro, dato che comunque una mossa del genere sarebbe stata punita duramente e Castillo ne era sicuramente consapevole, compreso delle conseguenze di un’azione all’interno del governo e dello Stato.  Dopo aver visto cadere le appoggi degli storici alleati Castillo ha tentato la fuga verso l’ambasciata messicana di Lima ma, propriamente si accingeva in auto a raggiungerla, i manifestanti lo hanno riconosciuto e bloccato fino all’arrivo della polizia che lo ha poi tratto in arresto.

Ovviamente nel momento in cui ha perso ufficialmente la sua carica la vice presidente Boularte  ha ricevuto la carica del suo predecessore e ha cominciato a formare un nuovo governo. E i cittadini peruviani però sono rimasti molto delusi da ciò che è capitato all’interno della sfera politica peruviana, e hanno innanzitutto manifestato contro l’arresto di Castillo che è poi stato convalidato a 18 mesi di reclusione, ma anche contro la stessa Boularte che non è vista di buon grado da i pro Castillo e perciò chiedono la sua destituzione e nuove elezioni, che già sono state anticipate dato che si sarebbero dovute tenere nel 2026, ma non è abbastanza per il popolo in rivolta che chiede vengano anticipate ancora la prima di Aprile come comunicato delle autorità governative.

Il malcontento è cresciuto a dismisura e il Paese è spaccato tra chi ritiene che la destituzione l’arresto di Castillo sia stato legittimo dato le ultime azioni intraprese dal politico ma anche tra moltissimi sostenitori dell’ex capo di Stato che chiedono giustizia per lui è soprattutto vogliono le elezioni anticipate nel brevissimo tempo per poter decidere, democraticamente, chi deve essere a guidare il Perù.  I manifestanti peruviani hanno organizzato blocchi stradali e si proteste accese, che hanno infuocato e continuano ad infuocare il paese ma ciò che è capitato invece nel sud-est di recente è qualcosa di più importante che ha purtroppo provocato morti e feriti.

Scontri tra manifestanti e forze di sicurezza peruviane: morti e feriti

Non si ferma la protesta dei gruppi antigovernativi in Perù, che chiedono a gran voce le dimissioni della presidente Dina Boluarte, che ha assunto carica di capo di stato dopo l’estromissione del suo predecessore Pedro Castillo. I disordini più preoccupanti però si registrano nel sud-est del Paese, in particolare a Juliaca, nella regione di Puno. il Difensore del popolo spiega che qui il bilancio è arrivato, per ora, a 17 morti e circa 30 feriti negli scontri tra forze di sicurezza e manifestanti.

Un funzionario dell’ospedale Carlos Monge di Juliaca, ha rivelato che le vittime hanno ferite inferte da arma da fuoco. Gli scontri sono scoppiati quando i manifestanti hanno tentato di invadere l’aeroporto della città, situata circa 1.350 km da Lima. La zona è già stata oggetto di un tentativo di assalto precedente sabato scorso. In Perù si assisterà ad uno sciopero ad oltranza che è più radicato nel sud del paese, dove hanno costituito decine di nuovi blocchi stradali sulle principali vie di comunicazione. Bloccato anche un tratto meridionale della strategica autostrada Panamericana che è una delle via commerciali principali in Perù.

Nel frattempo Boluarte ha accusato l’ex presidente boliviano di fomentare le proteste vicino al confine. Morales, di sinistra ed ex sindacalista come Castillo, era stato presidente dal 2006 al 2019, per poi essere costretto a scappare dalla Bolivia dato che è stato accusato di brogli elettorali. Contro di lui si erano verificate diverse proteste, che Morales aveva identificato come un tentato golpe.

Feriti durante gli scontri peruviani
Feriti durante gli scontri tra pro Castillo e polizia – Nanopress.it

Morales era già stato dichiarato in Perùpersona non grata” l’anno scorso, perché accusato di intromissioni negli affari interni al Paese e di avere anche troppa influenza sul governo di Castillo. Lunedì il governo peruviano ha emesso un’ordinanza che vieta il suo ingresso nel paese e, secondo le autorità peruviane, questo potrebbe essere stato causato dal risentimento dell’attuale governo che sostiene  proteste scaturite ai confini Boliviani. Sono almeno otto persone molto vicine a Morales Che hanno coordinato le attività di protesta, secondo le autorità del Perù, nella.zona di Juliaca che si trova proprio vicino al confine con la Bolivia.

Tutt’ora la situazione è delicata e preoccupante dato che non si placa il malcontento dei pro Castillo che non hanno intenzione di mollare il colpo almeno finché non vedranno un reale interessamento statale alla complicata situazione attuale del Perù.

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