Pensioni ultime novità: INPS chiede la restituzione di somme pagate in più per errore

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Restiamo sul tema pensioni con le ultime novità per i pensionati, novità non proprio positive dato che parliamo di restituzione di denaro. Ebbene, l’INPS sta spedendo a milioni di pensionati italiani delle lettere in cui chiede la restituzione di soldi già erogati in assegni previdenziali dei mesi scorsi, ufficialmente spiegando di avere fatto degli errori. Diversi cittadini preoccupati sono stati raggiunti dalla notizia direttamente tramite l’Istituto di Previdenza che ha spedito le lettere in cui viene richiesta loro la restituzione di cifre erogate ma non dovute. Scopriamone di più.

Di fatto l’Inps chiede ai pensionati la restituzione di somme erogate nelle pensioni e non dovute, ma sono tanti i pensionati che si interrogano su cosa fare. Facciamo chiarezza.

PENSIONI PAGATE IN PIU’ E LETTERE AI PENSIONATI
Non è la prima volta che arrivano lettere dall’Inps ai cittadini, ma in quest’ultima comunicazione, dall’Istituto di Previdenza scrivono: ”Ci dispiace, ma da un più attento esame della sua posizione, ci risulta che lei abbia percepito, a titolo di pensione, somme maggiori rispetto a quanto dovuto, per l’ammontare di euro …, pertanto La invitiamo a restituire gli importi percepiti indebitamente nel più breve tempo possibile”.

Questa è parte del testo presente nella lettera ai pensionati, in cui si chiede loro la restituzione di somme, in alcuni casi anche elevate: la forbice varia tra i 700 euro e i 56mila euro, una somma davvero elevata, che rischia di far diventare l’episodio un vero e proprio fenomeno emergenziale per quanto riguarda l’equilibrio sociale italiano.

PENSIONATI ULTIME NOVITA’: E’ ALLARME
Dopo l’allarme scatenato dalla diffusione della notizia che migliaia di lettere sono state spedite per chiedere indietro i soldi pagati in più dall’Inps, la federazione dei pensionati aderenti alla Confesercenti ha chiesto al presidente dell’Inps di chiarire la questione, in modo da riuscire a capire quanti pensionati sono davvero chiamati a restituire del denaro, e a quanto ammonta il totale. Il tutto per conoscere anche le motivazioni dei correttivi da pagare.

PENSIONI DA RESTITUIRE E DIRITTI DEI CITTADINI
Anche perché va specificato che pure se l’INPS ha il diritto di chiedere ai pensionati la restituzione delle somme di denaro erogato indebitamente, la legittimità di tale richiesta va comunque verificata alla luce di una sentenza della Corte di Cassazione. Ci riferiamo alla sentenza n. 8564/16 con la quale i giudici hanno stabilito che l’importo della pensione di vecchiaia può essere rettificato ma non in modo retroattivo e ciò significa che quanto percepito dal pensionato non può essere restituito, per cui l’Inps non può richiedere la restituzione di queste somme, in quanto non dovute.

QUANDO IL PENSIONATO NON DEVE RESTITUIRE NULLA

Che cosa può fare un pensionato che riceve la lettera con una richiesta di restituzione? E soprattutto, in quali casi il pensionato non deve restituire il denaro? Le somme di denaro non devono essere restituite se il provvedimento dell’INPS risulta viziato da un errore di qualsiasi natura imputabile all’Istituto previdenziale, a meno che l’errore non sia dovuto a dolo dell’interessato. Occorre invece restituire le somme se il pensionato è a conoscenza di fatti che incidono sul diritto alla pensione o sulla sua misura, nel caso in cui non li segnali, a meno che l’Inps non fosse già informato in altro modo. Se il pensionato comunica all’Inps tutto quel che deve e l’Inps continua a erogare per intero le somme, quanto percepito in eccesso dal pensionato non può più essergli chiesto indietro. Ancora, esiste un preciso termine entro cui l’istituto può procedere al recupero delle somme riconosciute in più, superato il quale gli importi non dovuti non possono più essere richiesti indietro.

PENSIONI PAGATE IN PIU’, COSA FARE
Se dopo i controlli del caso sulle somme in questione che l’Inps chiede indietro emerge che si debbano restituire, potranno essere corrisposte secondo una delle seguenti modalità: 1) trattenute sulla pensione (massimo 1/5 della pensione in pagamento mantenendo in ogni caso la salvaguardia del pagamento del trattamento minimo); 2) compensazione con crediti del pensionato; 3) pagamento con un piano di recupero della durata massima di 24 mesi.

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