Pensioni d’oro, smascherata una nuova, insospettabile casta

Pensioni d’oro che pesano sul bilancio Inps da parte di una nuova, insospettabile, casta. È quanto denunciato dal deputato di Scelta Civica, Giulio Cesare Sottanelli, durante il question time alla Camera con il ministro del Lavoro Giuliano Poletti. Stiamo parlando dei sindacalisti che, grazie al decreto legislativo 564 del 1996 a firma di Tiziano Treu, ex ministro ed ex commissario dell’Ente di Previdenza Sociale, ha permesso a più di 17mila sindacalisti di portare a casa pensioni altissime. La notizia, rilanciata da Linkiesta, fa scalpore: a beneficiare del decreto sarebbero stati non solo i lavoratori del sindacato ma anche amici e parenti.

Come è stato possibile per i sindacalisti andare in pensione con cifre molto più alte della media? Grazie al decreto legge 564 del 1996 che prevede il calcolo, su base retributiva, della pensione integrativa ai rappresentanti sindacali in base all’ultimo mese di stipendio. In pratica, qualsiasi dipendente che avesse lavorato in distacco in una sede sindacale, starebbe godendo di una pensione aggiuntiva sulla base anche di un solo mese di stipendio da sindacalista.

Il ministro ha risposto al deputato Sottanelli, dando i numeri di coloro che ne stanno usufruendo: 17.319 sindacalisti che stanno percependo una pensione in più calcolata su base retributiva (e non contributiva) grazie a un solo mese di lavoro come rappresentante di un sindacato.

La norma ha smesso di avere valore dal 1° gennaio 2012 con l’entrata in vigore della riforma Formero e del solo calcolo contributivo: in questo modo, la pensione aggiuntiva da sindacalista viene calcolata in base ai contributi versati e non al valore totale dello stipendio.

Rimane, come sottolinea il deputato di SC, che oltre 17mila ex sindacalisti stanno prendendo una pensione integrativa con la 564 senza aver versato i contributi necessari a coprire la loro erogazione perché calcolata con il sistema retributivo.

Il ministro Poletti non ha confermato se la durata di un mese di stipendio fosse ancora valido e, soprattutto, il peso complessivo di queste pensioni aggiuntive sulle casse dell’Inps. Sottannelli ha spiegato il motivo della sua interrogazione. Per chi si erge a “difensori dei più deboli” è paradossale percepire pensioni d’oro che peseranno sulle generazioni future. “È arrivato il momento di rimuovere ogni ingiustizia e ripristinare l’equità tra generazioni, non si possono chiedere sacrifici e prelievi ulteriori a chi è destinato ad avere prestazioni future più basse “, ha dichiarato a Linkiesta.

Il caso era stato portato alla ribalta anche da un servizio delle Iene e da alcuni ex dipendenti dei sindacati che avevano denunciato il versamento delle pensioni aggiuntive a parenti e amici grazie a finti ruoli ricoperti nelle associazioni. Una bella grana da pelare per l’Inps e per i sindacati.

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