Pedofilo condannato a 105 anni di carcere per molestie e possesso di materiale pedopornografico

Pedofilo condannato a 105 anni di carcere

[didascalia fornitore=”altro”]Foto di Photographee.eu/Shutterstock[/didascalia]

Sentenza da record emessa da un tribunale di Nashville nei confronti di un pedofilo di 36 anni: l’uomo è stato condannato a 105 anni di carcere per diversi capi d’accusa tra cui molestie su minori e produzione e pubblicazione di materiale pedopornografico.

Il 36enne condannato era stato accusato di aver molestato un bambino e una bambina che gli erano stati affidati e di aver poi pubblicato in rete alcune loro fotografie. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il pedofilo, tra l’ottobre 2014 e il maggio 2015, aveva inizialmente cercato di instaurare un rapporto di amicizia con i genitori dei piccoli di uno e tre anni, e solo dopo averne conquistato la fiducia, si sarebbe offerto loro come babysitter. Nelle occasioni in cui i bambini sono stati affidati alle sue cure, l’uomo ne avrebbe approfittato per scattare immagini palesemente erotiche. Il 36enne non si sarebbe limitato a scattare foto pedopornografiche, ma ha anche creato un account su un sito di condivisione di immagini, in cui ha caricato le foto fatte ai bambini. Per evitare di essere localizzato, era solito compiere queste operazioni, in locali pubblici sfruttando le connessioni in wi-fi. Le indagini hanno avuto inizio grazie alla segnalazione di un gestore di un locale, insospettitosi dalle attività dell’uomo.

ll 36enne, che era divenuto famoso a Nashville per la sua attività di lavavetri vestito da Spiderman presso l’ospedale pediatrico Vanderbilt, ha ammesso le sue colpe nel marzo del 2017. La condanna esemplare a 105 anni di reclusione è invece arrivata lunedì. ‘I bambini della comunità sono un po’ più al sicuro con questo predatore dietro alle sbarre, ha dichiarato uno degli inquirenti che si è occupato del caso. Secondo la Corte l’uomo non svolgeva l’attività di lavavetri travestito da un noto personaggio dei cartoni animati per solidarietà nei confronti dei bambini malati ricoverati, ma per sfruttare anche quella situazione per attirare nella sua trappola altre piccole vittime innocenti.

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