Paraplegico dopo aver mangiato una lumaca, Sam muore a 29 anni

Il lungo e doloroso calvario di Sam Ballard si è concluso con la sua morte. Il giovane si era ammalato nel 2010, per uno stupido gioco. In compagnia dei suoi amici che lo avevano sfidato, l’allora diciannovenne aveva preso una lumaca dal giardino e l’aveva mangiata. Purtroppo la lumaca era infetta da un parassita, l’Angiostrongylus cantonensis, un patogeno che causa la meningite eosinofila.

Sam non si ammalò subito dopo la festa con gli amici, ma lamentò un grave dolore alla gamba nei giorni successivi. Si era preoccupato molto pensando di aver sviluppato la sclerosi multipla come suo padre, ma i medici lo sottoposero in seguito a diverse analisi, confermando che il ragazzo aveva contratto il parassita del ratto, che colpisce anche le lumache.

Il giovane è quindi caduto in un profondo coma per 420 giorni. Nonostante molte persone, da quanto si apprende nella storia clinica di questa patologia, si riprendono dall’infezione, Sam ha subito un danno cerebrale molto grave da cui non si è mai ripreso.

Si è risvegliato dal coma tetraplegico. Ha subito numerose complicazioni a seguito dell’infezione iniziale, tra cui la sofferenza delle convulsioni, l’impossibilità di controllare la temperatura corporea e di mangiare autonomamente. Infatti era alimentato con un sondino. Il giovane ha trascorso tre anni in ospedale dopo essersi ammalato, ma in seguito è potuto tornare a casa. Si muoveva grazie a una sedia a rotelle motorizzata.

Sua madre, Katie Ballard, è sempre stata vicina a suo figlio. Per otto anni è stata in prima linea nella battaglia per la sua guarigione. Mamma e figlio non si sono arresi, hanno fatto di tutto per riuscire a far accadere un piccolo miracolo. Entrambi erano spinti dalla speranza che Sam potesse tornare a camminare, a vivere la sua vita. Ma la voglia di non arrendersi si è scontrata con la realtà.

Purtroppo Sam non ce l’ha fatta. È morto lo scorso venerdì a soli 29 anni. Le sue ultime parole prima di lasciare questo mondo sono state di ringraziamento e di amore per la mamma, che gli è sempre rimasta vicino e ha lottato con lui: “Ti voglio bene” ha sussurrato prima di partire per il suo ultimo viaggio.

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