Palme dell’orto botanico finiscono nella villa del politico: scandalo ad Agrigento

Sfruttare il potere politico per ottenere ed elargire favori, fino a comprare delle palme con i soldi pubblici e farsele piantare nel giardino della villa privata. Il caso dell’ex presidente della Provincia di Agrigento, Eugenio D’Orsi, rientra in quella pratica maledetta per cui chi ha il potere politico lo usa solo per i fini strettamente personali, senza tenere in alcun conto la pubblica utilità. Per D’Orsi, il procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e il pm Carlo Cinque hanno chiesto sei anni di carcere e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici: le accuse sono truffa, peculato, concussione e falso, partite da un’inchiesta che riguarda l’affidamento di incarichi di progettazione da parte della provincia. Ciliegina sulla torta, l’ex presidente avrebbe usato soldi pubblici per comprare una trentina di palme, fatte piantare da un responsabile dell’Orto botanico, nel suo giardino privato.

Non usano mezzi termini i pm nel chiedere la pena per D’Orsi: lo definiscono “un soggetto che conferma la teoria sociologica del familismo amorale di Edward C. Banfield secondo cui, in alcune zone del meridione, la condotta dell’individuo sarebbe dettata dall’unica seguente regola: ‘massimizzare unicamente i vantaggi materiali di breve termine della propria famiglia nucleare, supponendo che tutti gli altri si comportino allo stesso modo’. L’imputato ha mostrato di perseguire soltanto il proprio interesse e quello della propria famiglia e mai quello della comunità”.

E ancora: “È stata mostrata una visione deprimente della pubblica amministrazione al cui interno si celava una illegalità diffusa”, ha sottolineato il pm Fonzo nella sua requisitoria. D’Orsi esemplifica con il suo comportamento quel modo maledetto di fare politica solo per se stessi, usando la cosa pubblica come un bancomat privato, rubando soldi della comunità per arricchire se stessi e la propria cerchia, dispensando favori e lavori in una terra martoriata dalla disoccupazione e dal malaffare.

La vicenda delle palme è eclatante. La Provincia aveva comprato “in svendita” tutte le piante di un vivaista in teoria per darle al Giardino Botanico e alle aree di pertinenza degli Istituti Scolastici provinciali. D’Orsi invece ha comprato per se stesso una trentina di palme, facendole piantare nella sua villa a Montaperto da un dipendente responsabile dell’Orto stesso, ovviamente in orario di lavoro.

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