Oche appese e uccise dai cavalieri: la barbara usanza della festa di Santiago in Spagna

Oche appese e uccise dai cavalieri: è questo ciò in cui consiste una crudele tradizione, che viene messa in atto nella festa di Santiago in Spagna. Polli, anatre e oche vengono appesi per le gambe ad una corda nella località di El Carpio de Tajo: bambini e adulti a cavallo si danno da fare, per riuscire ad estrarre la testa degli animali, mentre essi sono ancora vivi.

Si tratta di un’usanza davvero barbara. Le povere bestioline se ne stanno appese a testa in giù ad una corda che viene tesa in alto attraverso la piazza del mercato. Coloro che si improvvisano “cavalieri” sono impegnati nel compito di ucciderle in maniera brutale. Sicuramente si tratta di una tradizione antica, ma questo non vuol dire che, in nome delle usanze, si possa attentare in modo cruento alla vita degli animali domestici. Eppure questa non è l’unica usanza del genere in Spagna. Basti pensare, in questo senso, oltre alla tanto celebre corrida, anche ad altre feste. Ad esempio, a Coria a giugno una folla di persone insegue dei tori attraverso le strade. L’obiettivo è quello di lanciare delle freccette e di riuscire a colpire gli occhi. Gli animali ad un certo punto finiscono con il cadere a terra e subiscono ogni sorta di mutilazione. Sempre sulla stessa scia è la tradizione che si svolge ad ottobre a Fuenlabrade, vicino Madrid. Anche qui tori o mucche vengono picchiati, pugnalati, per poi lasciarli morire per dissanguamento. A marzo a Salas de los Infantes polli e tacchini vengono presi a bastonate da ragazzi, a cui sono bendati gli occhi. A dicembre a Notilla del Palancar le galline vengono lapidate.

Negli ultimi tempi le corride sono in declino e sempre un più alto numero di spagnoli si disinteressa a questo tipo di spettacoli atroci, che sono stati oggetto di contestazione soprattutto da parte degli animalisti, i quali si sono battuti a lungo e continuano a farlo. C’è ancora, però, molto da fare, per tutelare i diritti degli animali e per salvaguardarne la vita. Ciascuno di noi può fare la propria parte, boicottando, anche come meta delle proprie vacanze, le località, nelle quali vengono organizzati spettacoli che vanno a danno degli animali. In questi casi, come succede anche nella tradizione per celebrare Santiago, dovremmo fare sentire tutti quanti la nostra voce di protesta contro quelle che sono delle vere e proprie torture nei confronti degli animali.

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