Il CTS accetta la proposta della Figc, abolita la quarantena per i non positivi

Il campionato di Serie A riparte il 20 giugno. Lo ha detto Spadafora, dopo aver informato Giuseppe Conte circa l’incontro coi vertici del calcio. E come sappiamo, il ministro ha anche permesso la ripresa della competizione della Coppa Italia, il 12 e 13 giugno.

La decisione di riprendere prima gli allenamenti collettivi, poi il campionato arriva dopo l’approvazione del famoso protocollo di sicurezza tanto dibattuto da scienziati del CTS e addetti ai lavori. Il contenzioso, come ricorderete, nasceva dalla volontà del CTS, il comitato scientifico chiamato a valutare il protocollo, di mettere in quarantena obbligatoria tutta la squadra, in caso di positività di un giocatore. Una volta annullata questa norma si è potuto arrivare alla soluzione di riprendere il campionato di serie A il 20 giugno.

Il ministro aveva commentato così questa rettifica: “Niente quarantena di squadra? E’ così, ci siamo potuti arrivare perché la situazione oggi ha consentito di rivedere le regole in modo migliorativo”.

E dunque, il campionato riparte. Comincia il 22 giugno per terminare il 2 agosto, in un calendario serrato di 124 partite in 12 giornate (con 4 recuperi) in un periodo di 44 giorni, di cui 7 weekend e 5 infrasettimanali. Le partite saranno distribuite nel corso della giornata in tre slot di orari differenti: 17.15, 19.30, 21.45.

Cosa succede in caso di positività al Covid-19

In caso di calciatore positivo, tutti gli altri vanno in ritiro e fanno il tampone. Quelli negativi, il giorno stesso della partita faranno un tampone rapido, con responso nel giro di 3/4 ore. I negativi anche a questo tampone possono scendere in campo. Quindi di fatto non esiste neanche più la quarantena, se non per il calciatore malato. Il Comitato Tecnico scientifico, infatti, ha accettato le richieste della FIGC che chiedeva un’alleggerimento delle regole.

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Pochi accrediti per i giornalisti italiani

Tra le limitazioni che il CTS impone, c’è l’accesso a solamente dieci giornalisti.
“Non un accredito di meno se si aprono cinema e teatri al pubblico”.
Questa la posizione del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, rappresentato dal presidente Carlo Verna e dal segretario Guido D’Ubaldo alla riunione svoltasi il 3 giugno in Federcalcio col presidente della FIGC Gabriele Gravina.
Lo stesso presidente Gravina si è impegnato a fare la propria parte per migliorarlo prima della ripresa del campionato e si è reso disponibile ad un nuovo incontro dopo il Consiglio federale dell’8 giugno.
Mentre l’Ordine ha annunciato che investirà della questione il Governo e se del caso il Parlamento, non volendo mettere in discussione le misure di sicurezza, ma la coerenza complessiva tra le stesse decise in vari settori della vita sociale in questa fase.
“Al di là degli aspetti occupazionali e professionali, rilevanti in sé, la pluralità del racconto – hanno aggiunto Verna e D’Ubaldo – investe un profilo pubblicistico e il diritto del cittadino ad essere correttamente informato come è chiaro nell’articolo 21 della Costituzione per cui qualunque paletto in nome della sicurezza sanitaria deve essere ragionevolmente motivato o altrimenti rimosso.”

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