Nuova udienza del processo per l’omicidio di Saman, le due ipotesi sulla morte della 18enne

Nuova udienza del processo per l’omicidio di Saman Abbas, in aula i periti incaricati dell’autopsia per esporre i risultati dell’esame del cadavere contenuti nella loro relazione preliminare. Secondo gli esperti, la 18enne uccisa a Novellara sarebbe morta per asfissia meccanica e le ipotesi sulla dinamica del delitto sono due.

Ris sulla scena del ritrovamento di Saman
Ris sulla scena del ritrovamento di Saman – Nanopress.it

Il decesso di Saman, la 18enne assassinata a Novellara (Reggio Emilia), sarebbe avvenuto per strozzamento (a mani nude) o strangolamento. Questi i binari su cui si articola il lavoro dei medici legali incaricati dalla Corte d’Assise del capoluogo emiliano, chiamati ad analizzare i resti della giovane trovati sepolti sotto un casolare abbandonato a poche centinaia di metri dalla casa in cui fu vista per l’ultima volta la sera tra il 30 aprile e il 1° maggio 2021.

Le due ipotesi sulla morte di Saman: la 18enne strozzata o strangolata

Secondo quanto emerso nelle scorse ore a seguito degli accertamenti condotti dai periti nominati dal tribunale di Reggio Emilia, Cristina Cattaneo e Biagio Eugenio Leone, Saman sarebbe morta per una asfissia meccanica da strozzamento o strangolamento.

I due esperti sono attesi in aula per la giornata di oggi, 12 maggio, quando siederanno davanti alla Corte d’Assise del capoluogo emiliano, in cui si celebra il processo a carico di cinque parenti della vittima, per esporre i risultati preliminari degli accertamenti condotti sul cadavere della 18enne.

Stando al documento medico-legale e anatomopatologico, la 18enne potrebbe essere stata uccisa a mani nude (strozzata) o con l’uso di un oggetto per impedirle di respirare (strangolata), quindi seppellita nel luogo in cui poi il corpo è stato ritrovato dopo oltre un anno e mezzo dalla scomparsa, nel 2022.

Un elemento porterebbe a ritenere verosimili gli scenari prefigurati dai tecnici: la frattura dell’osso ioide individuata nel cadavere.

Shabbar Abbas ancora assente in udienza: nessun videocollegamento dal Pakistan

Proprio per oggi, a processo, era atteso il videocollegamento del padre della vittima, Shabbar Abbas, ancora in carcere in Pakistan in attesa di decisione sull’estradizione chiesta dall’Italia.

Saman
Saman – Nanopress.it

L’uomo, tra i cinque imputati dell’omicidio e dell’occultamento del corpo della ragazza, non sarà connesso con l’aula della Corte d’Assise di Reggio Emilia, riporta Il Resto del Carlino, per questioni tecniche: mancherebbero alcuni strumenti utili a completare l’allestimento della videoconferenza.

Cinque parenti sotto accusa

Nell’inchiesta sulla scomparsa e sulla morte di Saman Abbas sono finiti cinque parenti della 18enne, accusati a vario titolo di aver giocato un ruolo nella sparizione e nell’omicidio della giovane pakistana di cui si erano perse le tracce nel 2021.

Secondo gli inquirenti, Saman sarebbe stata uccisa secondo un piano tramato in famiglia per la sua ferma opposizione alle nozze forzate a cui i parenti avrebbero voluto costringerla in patria.

Sul banco degli imputati, nel processo che si è aperto il 10 febbraio scorso in Italia, sono arrivati in tre: Danish Hasnain, zio di Saman ritenuto esecutore materiale del delitto, e i due cugini Nomanulhaq Nomanulhaq e Ikram Ijaz.

A condurre gli inquirenti sul luogo del ritrovamento del cadavere, permettendone così la scoperta, è stato proprio Hasnain che ancora oggi, nonostante gli elementi a suo carico, continua a dirsi estraneo all’uccisione della nipote.

Anche i genitori di Saman sono imputati del delitto, ma finora non sono arrivati alla sbarra a Reggio Emilia.

Il padre della vittima, Shabbar, è stato arrestato mesi fa nel Punjab e da allora il Pakistan rinvia la decisione sulla sua eventuale estradizione.

La madre di Saman, Nazia Shaheen, è forse la figura più enigmatica nel complesso quadro del caso.

Partita alla volta del Pakistan con il marito all’indomani della scomparsa della figlia, il 1° maggio 2021, non è stata ancora ritrovata.

La donna risulta latitante e indiscrezioni la vorrebbero “protetta” in patria e per questo finora irreperibile.

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