Nigeriano ucciso a Fermo: una supertestimone ribalta la dinamica dell’aggressione

Migrante ucciso a Fermo: il luogo della tragedia

Amedeo Mancini è stato fermato per l’omicidio del profugo nigeriano Emmanuel Chidi Namdi con l’aggravante della finalità razzista. Per la precisione l’accusa per lui è omicidio preterintenzionale, ma le indagini ancora stanno proseguendo e davanti agli inquirenti stanno scorrendo diverse persone che dichiarano di avere assistito al pestaggio che si è consumato il 6 luglio per le strade di Fermo. In particolare c’è una supertestimone che ha ribaltato la dinamica dei fatti conosciuti finora, dichiarando che sarebbero stati proprio Emmanuel insieme alla moglie ad aggredire per primi l’estremista di destra fermano indagato.

La versione di Amedeo Mancini e del suo amico
Amedeo Mancini resta indagato per omicidio preterintenzionale e tramite il suo avvocato ha fatto sapere di non aver pestato a morte il profugo nigeriano ma di aver assestato soltanto un colpo, uno solo, potente, diretto, preciso. Mortale. Nel raccontare i fatti al suo legale ha dichiarato di aver pensato che la giovane coppia innamorata fosse intenta a rubare una macchina. Per questo motivo si sarebbe rivolto alla donna chiamandola ”scimmia africana” e continuando con altre frasi razziste. L’insulto avrebbe fatto arrabbiare Emmanuel e Chimiary che, allontanatasi in un primo momento, sarebbero tornati indietro per aggredire Mancini. Il quale, reagendo per difendersi, avrebbe sferrato un unico pugno al nigeriano, provocandone il coma e poi la morte. L’amico che era insieme al Mancini avrebbe sostenuto la medesima versione.

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La versione della supertestimone Pisana Bachetti
Da ciò che ha raccontato agli inquirenti, Pisana Bachetti, originaria di Ascoli Piceno, si trovava a Fermo proprio nel posto in cui è avvenuta l’aggressione che ha portato alla morte di Emmanuel. Intervistata dal quotidiano bolognese Il Resto del Carlino, ha reso una versione dei fatti particolare: la donna racconta di avere visto Namdi e Mancini darsele di santa ragione, ma non ha visto chi sia stato a iniziare la rissa. La signora ha poi dichiarato al giornale: “Ero presente e voglio precisare che quel povero ragazzo nigeriano, prima di cadere a terra per un pugno subito, si è reso protagonista di un vero e proprio pestaggio del 39enne fermano. Per quattro o cinque minuti è stato attaccato simultaneamente dal giovane di colore e da sua moglie”. Poi ha aggiunto: “Lui addirittura lo ha colpito con un segnale stradale facendolo cadere a terra e poi ha continuato a picchiarlo. Quando ho visto quella scena, ho chiamato la polizia perché temevo per l’incolumità del 39enne fermano che ha reagito con un colpo, purtroppo per la vittima, ben assestato. Qualcuno ha cercato di intervenire, ma è stato preso a scarpate dalla moglie del giovane di colore”.
E ancora: “Casualmente sono giunti sul posto gli agenti delle polizia municipale perché, nel frattempo, la moglie di Emmanuel aveva fatto una telefonata ed erano arrivati una quindicina di nigeriani pronti ad entrare in azione. Poi diventa facile parlare di razzismo, ma dovevate esserci per capire la furia dell’aggressione a danni di quel fermano”.
La particolarità di questa intervista è che il dettaglio dei 15 nigeriani pronti a linciare Mancini non è stato confermato dal diretto interessato durante la dichiarazione resa agli inquirenti.
Pisana Banchetti, che non era da sola ad assistere alla scena ma era in compagnia di altri passanti che si trovavano lì per caso, ha rilasciato anche alcune dichiarazioni al programma radiofonico La Zanzara.
Non è la prima volta che la signora Pisana Banchetti parla con i giornalisti: alcuni anni fa raccontò di aver visto dei ragazzi cinesi cercare di catturare dei gatti con delle retine da pesca. Ecco l’articolo con la sua intervista.

La versione di Chimiary, la vedova di Emmanuel
Completamente diversa la testimonianza di Chimiary, che invece ha raccontato (anche a don Vinicio Albanesi) come è stata insultata pesantemente e strattonata prima che succedesse l’irreparabile, ovvero la rissa violenta, e che è stato Mancini a colpire ripetutamente il marito Chidi Namdi, anche con una sbarra di ferro, lasciandolo poi a terra senza sensi, ormai in coma.

Attesa la fine delle indagini
Al momento gli inquirenti stanno raccogliendo elementi per le indagini e altre testimonianze che facciano chiarezza sulle diverse versioni. C’è comunque da ricordare che l’indagato per omicidio, l’Ultrà della Fermana Amedeo Mancini è già noto alle forze dell’Ordine, sia per essere per essere un simpatizzante dell’estrema destra che per essere già stato raggiunto recentemente da un Daspo.


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