Nicaragua: i cinesi lo taglieranno a metà con il Grand Canal

Il Nicaragua sarà spaccato in due da un canale. Si tratta della costruzione del Grand Canal, che sarà lungo circa 280 chilometri e vuole non solo eguagliare, ma anche superare l’imponenza del Canale di Panama. Il progetto, che si stima costerà circa 40 miliardi di dollari, è guidato da un avvocato cinese, che gestisce una società di investimento con base a Hong Kong. Numerose sono le conseguenze che il tutto avrà sull’ecosistema, oltre che sulle comunità locali.

Il progetto

Il progetto della costruzione di questo canale di navigazione dovrebbe trapassare il Paese da est a ovest, andando dalla foce del fiume Brito, che si trova sul lato che si affaccia sull’Oceano Pacifico, per arrivare al punto in cui il fiume Punta Gorda getta le sue acque nel Mar dei Caraibi. Sembrerebbe un’impresa impossibile, ma gli investitori cinesi sono davvero sicuri di riuscire a realizzarlo. A buon diritto può essere considerata una delle infrastrutture più grandi del mondo. Nonostante ci siano stati parecchi appelli, per salvare il territorio da un’opera di così grande impatto ambientale, una commissione di rappresentanti del Governo, di uomini d’affari e di alti titoli accademici non ha voluto sentire ragioni. Il canale sarà largo tra 230 e 520 metri e sarà profondo almeno 30 metri.

L’impatto ambientale

Delle conseguenze in seguito alla costruzione di questo canale ci saranno sicuramente. Per prima cosa non si tiene conto delle ripercussioni che tutto ciò può avere sulle comunità locali, in termini non solo ambientalistici, ma soprattutto di interazione fra i vari gruppi che compongono lo Stato. Si ha il diritto di costruire un’infrastruttura di tal genere, senza tenere conto di ciò che pensa la popolazione locale? Tra l’altro non si tiene conto del fatto che il canale dovrebbe passare attraverso il lago del Nicaragua, che è il più grande dell’America centrale e che si caratterizza per essere una fonte molto importante di acqua dolce. Varie associazioni ambientaliste sono proprio intervenute in questo senso, spiegando come non sarebbe possibile usare il lago sia per il passaggio delle imbarcazioni e allo stesso tempo per fornire acqua potabile alla popolazione.

Ci sono anche delle mancanti basi dal punto di vista legale, perché gli esperti hanno fatto notare come il progetto sia stato accusato varie volte di incostituzionalità e come stia violando a tutti gli effetti la sovranità territoriale del Paese. Intanto nessuno sembra riuscire a far niente per fermare i lavori, che dovrebbero cominciare nel dicembre di quest’anno e finire nel 2019. Ancora una volta l’uomo obbedisce a criteri che sono prettamente economici, non mettendo in primo piano la sostenibilità ambientale. In molti, infatti, sono convinti che la realizzazione di questo canale possa portare ad un intensificarsi dei commerci, nell’ambito di un flusso che la Cina, con la sua rapida ascesa economica, potrebbe far rientrare nella sua orbita. La prima nave potrebbe attraversare il Nicaragua già all’inizio del 2020, con tutti i fattori di rischio che quest’impresa può comportare.

Foto di M+M Photographers

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