Mostra Ligabue a Gualtieri, Reggio Emilia: dal 31 maggio all’8 novembre 2015

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Mostra Ligabue a Gualtieri: la cittadina in provincia di Reggio Emilia rende omaggio ad uno dei pittori più originali del Novecento con una grande monografica in programma dal 31 maggio all’8 novembre 2015. Oltre cento capolavori esposti nelle sale di Palazzo Bentivoglio che, ristrutturato dopo il sisma del 2012, si appresta ad accogliere uno degli eventi culturali più importanti dell’anno: una personale d’autore che ospita disegni, sculture ed incisioni, insieme ad alcune opere inedite provenienti da prestigiose collezioni private. La mostra è organizzata dalla Fondazione Museo Antonio Ligabue che proprio a Palazzo Bentivoglio ospiterà un’esposizione permanente per diventare un punto di riferimento preciso per chiunque voglia conoscere più da vicino il grande pittore emiliano.

Antonio Ligabue in mostra a Gualtieri, in provincia di Reggio Emilia, negli spazi di Palazzo Bentivoglio. L’evento, tra i più importanti dell’anno, celebra il cinquantesimo anniversario dalla morte dell’artista ed è una delle tante manifestazioni culturali che accompagnano Expo 2015, di cui Ligabue sarà uno dei volti artistici italiani maggiormente valorizzati. La mostra s’intitola Antonio Ligabue 1899-1965 ed è, come dicevamo, una delle prime iniziative organizzate dalla neonata Fondazione Museo Ligabue istituita per volere del comune di Gualtieri per preservare la memoria di questo artista straordinario.

Esposti oltre cento capolavori – 80 oli, una quindicina di disegni, 10 incisioni, alcune sculture in bronzo ed una serie di opere inedite – suddivisi nei tre periodi in cui di solito si scandisce il percorso artistico di Ligabue – oltre trent’anni, dal 1928 al 1962. Le opere illustreranno le tematiche care al pittore: gli animali, i paesaggi svizzeri, gli autoritratti, ricostruendone, al contempo, anche la drammatica e tormentata esistenza.

Nato a Zurigo nel 1899 da emigranti italiani, Antonio Ligabue mostra, fin da piccolo, evidenti segni di ritardo mentale. Per questo è rinchiuso in manicomio già da giovanissimo fino a quando, appena ventenne, le autorità svizzere decidono di allontanarlo dal Paese, accompagnandolo alla frontiera di Chiasso. Qui in consegna alle autorità italiane, viene portato a Gualtieri, paese originario del padre. L’impatto con il nuovo ambiente è ad dir poco traumatico e dopo aver sperato inutilmente di poter far ritorno in patria, si rassegna avvicinandosi sempre di più alla pittura. Dopo i primi dipinti nei quali traspare un forte interesse per gli animali e per la natura, la fama del pittore comincia a diffondersi sempre di più, accompagnata da grandi difficoltà esistenziali dovute all’ostilità delle gente, alle incomprensioni ed ai continui ricoveri negli ospedali psichiatrici. Pur nel tomento, ‘al matt’, come veniva chiamato, continua a dipingere, nonostante la derisione e, soprattutto, il mancato riconoscimento, fino alla morte, il 27 maggio del 1965.

L’intento della mostra, e della Fondazione a lui dedicata, è proprio questo: rivalutare criticamente e storicamente l’opera di Ligabue, scrollandole di dosso la definizione, riduttiva e fuorviante, di ‘arte naif’ e sottolineando il grande valore della sua pittura nell’ambito dell’arte italiana.

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