Mostra Henri Cartier Bresson: a Roma all’Ara Pacis dal 26 settembre al 25 gennaio 2015

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Una mostra di Henri Cartier Bresson al via a Roma, al Museo dell’Ara Pacis, da oggi 26 settembre, fino al 25 gennaio 2015. Una grande retrospettiva con oltre 500 opere, tra scatti, dipinti, documenti e film, per ricordare, a dieci anni dalla morte, uno dei fotografi più illustri di tutto il Novecento. L’esposizione, che arriva direttamente dal Centre Pompidou di Parigi, è il frutto di un lungo lavoro di ricerca da parte di Clément Chéroux – curatore del museo parigino, sezione fotografia – e racconta l’intero percorso professionale di Bresson, nato a Chanteloup-en-Brie il 22 agosto 1908 e scomparso a L’Isle-sur-la-Sorgue il 3 agosto 2004.

Promossa dalla Fondazione Henri Cartier-Bresson, in collaborazione con Zètema e con l’assessorato alla Cultura del Campidoglio, la mostra dedicata al grande fotografo francese, pioniere del foto-giornalismo ed autore di alcune delle immagini più famose della storia, è suddivisa in otto sezioni ognuna delle quali raccoglie non solo le icone più importanti di Bresson, ma anche molte delle sue immagini meno conosciute. Un’esposizione monumentale che illustra l’immensa eredità iconografica lasciata al mondo dall’artista, testimone della storia di un secolo intero.

Come ogni grande retrospettiva dedicata a Cartier Bresson, anche quella allestita a Roma, dopo Parigi e Madrid, vuole illustrare, in primo luogo, il grande senso di unità del suo lavoro fotografico, sottolineando, al contempo, l’abilità che aveva nel cogliere, con i suoi scatti, ‘i momenti decisivi‘. Ma non solo. La mostra è occasione per conoscere tutto il lavoro di Bresson, proponendo una nuova lettura dell’immenso corpus di immagini realizzate e dimostrando le mille sfaccettature della sua sensibilità artistica: dal fotografo vicino al movimento Surrealista degli anni Trenta, al documentarista della Guerra Civile Spagnola e della Seconda Guerra Mondiale, dal reporter degli anni Cinquanta e Sessanta all’artista che svela il suo aspetto più intimista.
Una mostra, dunque, che promette un lungo viaggio attraverso un settantennio di storia, fatto di istanti, di momenti di vita quotidiana e di fermenti di rivolta sociale, immortalati dallo sguardo e dal talento di un uomo anticonformista, per il quale l’arte della fotografia fu un vero e proprio stile di vita.

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