Ministro degli Esteri italiano: Renzi nomina Paolo Gentiloni

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Paolo Gentiloni è il nuovo ministro degli Esteri italiano. La nomina è arrivata poco tempo dopo la nota del Ministero che annunciava le dimissioni di Federica Mogherini e lo stesso Matteo Renzi aveva annunciato di voler chiudere in fretta questo procedimento. Anche il Quirinale, giovedì 30 ottobre, aveva auspicato una nomina in tempi brevi del nuovo ministro degli Esteri in un periodo molto delicato dal punto di vista della situazione internazionale. Intanto Ronald Lauder, presidente del Congresso ebraico mondiale, ha detto di essere rimasto colpito dalla conoscenza di Federica Mogherini, che da sabato ricoprirà il ruolo di Alta rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell’Unione Europea. Lauder ha detto in merito alla Mogherini: “A Bruxelles non sarà facile, ma lavorando molto farà sicuramente bene, non solo per l’Italia, ma per tutta l’Europa”.

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Numerose le ipotesi che erano state effettuate in precedenza, anche in seguito all’incontro del Premier con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che non aveva portato ad una designazione. Fra il Presidente del Consiglio e il Capo dello Stato è avvenuto soltanto uno scambio di idee. Il presidente della Camera, Laura Boldrini, ha dato lettura della lettera di dimissioni di Federica Mogherini, che sembra essere incentrata sulla volontà di colmare le distanze che si registrano nel rapporto con l’Unione Europea. Al posto della Mogherini è stato nominato deputato Marco Bergonzi, che era il primo dei non eletti nelle liste del PD per quanto riguarda la circoscrizione Emilia Romagna. Federica Mogherini fra qualche giorno diventerà alto rappresentante per gli Affari esteri e la Sicurezza dell’Unione Europea. Quella del successore non è stata affatto una scelta semplice, anche perché, in questo momento, il panorama estero presenta parecchie tensioni, dai gravi conflitti nel mondo alle minacce sempre più insistenti, come quella dell’Ebola.

Le ipotesi

L’ipotesi più accreditata è stata quella di Lia Quartapelle, deputata PD di 32 anni. A suo favore ci sarebbe stata non solo la preparazione e la carriera a livello internazionale ma anche la giovane età: un biglietto da visita perfetto per il governo del premier “Rottamatore”. Di contro, vista la giovane età, la rete di contatti a livello internazionale sarebbe stata ancora debole. A lungo ricercatrice dell’Ispi, l’Istituto per gli studi di politica internazionale, ha conseguito la laurea con il massimo dei voti presso lo United World College of the Atlantic in Galles, una delle istituzioni più importanti per la formazione interculturale e interreligiosa; a questo si aggiunge un master in Economia alla Soas di Londra e dottorato a Pavia. Prima di essere eletta alla Camera nel 2013 è stata responsabile del programma Africa dell’Ispi; oggi fa parte della Commissione esteri e della delegazione presso l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa.

Gli altri due nomi su cui si puntava erano quelli di Marina Sereni ed Elisabetta Belloni. La prima ha 54 anni e ha potuto collezionare molte esperienze in politica estera nell’ambito della segreteria dei DS ai tempi di Fassino. Tra l’altro, essendo vicepresidente della Camera, sarebbe stata molto apprezzata anche dal Presidente della Repubblica. Si è pensato anche all’ambasciatrice Belloni, come persona competente, capace di avere a che fare subito con le questioni che le si presenteranno. La Belloni ha guidato un ufficio strategico del Ministero degli Affari esteri e l’Unità di crisi della Farnesina.

Come altri possibili nomi, sempre di donna, si è pensato anche a Simona Bonafè, che alle ultime elezioni europee ha ricevuto molte preferenze e si trova in una posizione molto vicina a Renzi. L’eurodeputata ha però negato un suo interessamento. “Sto bene dove sto“, le sue ultime parole a questo proposito.

Non erano stati esclusi i nomi maschili. A questo proposito sembrava probabile quello di Lapo Pistelli, che è viceministro degli Esteri ed esperto di quelle aree del mondo in cui si fanno sentire delle grandi crisi. Gli altri nomi di uomini sono stati quello di Sandro Gozi, sottosegretario alle Politiche comunitarie, e quello di Giorgio Tonini, vicepresidente dei senatori PD, che da anni fa parte della Commissione Affari esteri.

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