Migrante suicida dopo un’aggressione a Ventimiglia: condannati i 3 uomini che lo presero a sprangate

Dopo la violenta aggressione, il 23enne Moussa Boulde, originario della Nuova Guinea, si tolse la vita in un Cpr di Torino.

migrante aggredito
Migrante aggredito – Nanopress.it

I 3 sono stati giudicati colpevoli di lesioni. A detta degli imputati, la violenta aggressione ai danni della vittima fu la diretta conseguenza – da parte di Boulde – di un tentativo di borseggio a uno di loro. Il 9 dicembre scorso, durante la requisitoria, il pubblico ministero aveva chiesto per ciascuno degli aggressori una condanna a 2 anni e 8 mesi, poi ridotta a 2 anni.

Migrante aggredito a Ventimiglia

Pronunciata la sentenza di condanna nell’ambito del processo per la violenta aggressione ai danni di un giovane migrante della Nuova Guinea, Moussa Balde, 23 anni, preso a sprangate nel maggio dello scorso anno a Ventimiglia. A colpirlo sarebbero state tre persone, un 29enne di Reggio Calabria, un 40enne e un 45enne, entrambi di Agrigento, che avrebbero colpito la vittima con una spranga, in seguito a un tentativo di borseggio, da parte del 23enne, a uno di loro.

Pochi giorni dopo quell’episodio, il 23enne si tolse la vita nel centro di permanenza per i rimpatri di via Brunelleschi, a Torino.

Le condanne

Il 9 dicembre scorso, durante la requisitoria, il pubblico ministero aveva chiesto per ciascuno degli aggressori una condanna a 2 anni e 8 mesi, poi ridotta a 2 anni. Questa mattina il giudice di Imperia ha inflitto una condanna di 2 anni a ciascuno dei tre imputati. Concessa la sospensione condizionale della pena e riconosciute le attenuanti generiche in modo equiparato alle aggravanti contestate ai tre, come avevano chiesto i legali della difesa.

Gli avvocati dei tre imputati hanno chiarito di ritenersi comunque soddisfatti per la sentenza, anche se si attende di leggere le motivazione e capire se ci sia un margine per il ricorso in Appello e un’eventuale riduzione della pena.

“Devo dire che una condanna a due anni è significativa e sia correttamente parametrata alla gravità del fatto”

ha spiegato l’avvocato di parte civile, Gianluca Vitale, che assiste la famiglia di Balde.

Dopo due settimane dalla violenta aggressione, il 23enne si era tolto la vita nel Cpr, impiccandosi con le lenzuola del suo letto.

 

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