Metropolitana di Napoli: nuovi treni troppo grandi non entrano nel pozzo

Metropolitana di Napoli

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Nuovi guai per la Metropolitana 6 di Napoli, che collega Fuorigrotta a Mergellina. Dal 2013 è stata chiusa per consentire i lavori di ampliamento ed estensione della tratta, il piano prevedeva l’apertura, entro l’anno, delle stazioni San Pasquale e Arco Mirelli, costruite da Ansaldo su appalto del Comune di Napoli, mentre per il 2019 era prevista l’apertura di Chiaia. Purtroppo però, qualcosa non è andato secondo i piani: i nuovi treni previsti dall’accordo non potranno essere impiegati, poiché sono troppo grandi rispetto al pozzo entro il quale devono passare per raggiungere i binari.

Il Mattino ha spiegato che il pozzo (quindi non il tunnel come erroneamente riportato da molti) che dovrebbe servire per far passare i nuovi vagoni è troppo stretto: le sue dimensioni sono di circa 30 metri in totale, ma il passaggio effettivo è di soli 27 metri, mentre i nuovi vagoni misurano 39 metri. Fortunatamente però, il treno si compone di 4 blocchi, che possono essere smontati e rimontati, pertanto forse esiste una soluzione all’inaspettato problema.

Qualcuno ha ventilato l’ipotesi che potessero essere utilizzati i vecchi convogli da 25 metri, che furono acquistati al tempo dei Mondiali di Italia ’90, treni peraltro a due moduli, anziché quattro. Tuttavia l’idea è quella di tentare di compiere l’operazione di smontaggio e rimontaggio dei nuovi vagoni extra misura. Al momento non è ancora chiaro se questo problema possa comportare effettivamente un ritardo dell’inaugurazione delle stazioni San Pasquale e Arco Mirelli, per ora non è stata diffusa alcuna comunicazione che modifichi le attuali date di apertura stabilite, ovvero la fine di quest’anno per le stazioni San Pasquale e Arco Mirelli, e il 2019 per Chiaia.

Alla chiusura della metropolitana dal 2013 e al nuovo intoppo dei vagoni extra-large, bisogna aggiungere un altro problema: sempre secondo quanto riportato da Il Mattino, pare che non ci sia il personale sufficiente per far funzionare le nuove stazioni. Servirebbero 62 dipendenti e 2,5 milioni all’anno, ma per ora, ANM non ha indetto alcun concorso. Un’alternativa potrebbe essere quella di impiegare il personale già occupato, dopo un periodo di formazione di 6-8 mesi.

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