Maurizio Crozza a diMartedì, la copertina a La 7 tra Renzi e Pierluigi Bersani ‘figli dello stallo’

Maurizio Crozza a diMartedì sforna un’altra “meraviglia”. Durante la copertina comica a La 7 di stasera, ci sono i Figli dello stallo: le celebri note di Alan Sorrenti parafrasate dal comico genovese per commentare la crisi e l’attualità politica dell’Italia: “Noi siamo figli dello stallo, quelli che rimandan sempre le riforme. Noi siamo figli dello stallo, non ci riusciremo mai per niente al mondo…”. Note musicali da cantare, come a cantarle è Crozza a La 7.

Del resto, non poteva mancare Crozza nei panni dell’ex presidente del Consiglio incaricato Pierluigi Bersani, ospite tra l’altro in studio a La 7 per l’intervista a diMartedì con Giovanni Floris:

“Hai sentito cosa m’ha detto Matteo? (Renzi ndr) Che son conservatore. Conservatore a me? Conservatore no, vecchia guardia forse, anziano lo accetto, vecchio bacucco ancora ancora, arrivo a dire decrepito”. E al telefono con Fassina, Crozza-Bersani con la battuta che ha strappato più di un sorriso in studio e a casa: “Non è che Malcom X sulla schedina metteva 1,2, Io!”.

E se la stoccata a Renzi è servita (“Pretendo rispetto”) non manca la minima interazione con Pierluigi Bersani ridente in studio, così Crozza rincara la dose sul conto dell’esponente del Partito Democratico:

Conservatore a me? Non sono riuscito nemmeno a conservarmi il posto di lavoro”, dice il comico imitando Bersani, che aggiunge: “Cosa devo fare perché Renzi ci rispetti come Berlusconi e Verdini? Non possiamo mica fare delle ceni eleganti come facevano quelli là?”.

A pensarci bene, però, pur volendole fare, quelle cene, Crozza-Bersani non saprebbe proprio chi invitare. “La Bindi? C’hai gli zoccoli del dottor Schultz”. Sempre rivolgendosi a Fassina, il comico nei panni di Bersani continua la sua avventura comica: “Passami Cuperlo”. “Gianni, tu ce l’hai la tavernetta? Ah, non ce l’hai: c’hai il tacco 12, te? Passami Civati..”; “Pippo, no, niente: pensavo ad una cenetta elegante con la Finocchiaro, la Bindi e la Turco, solo che la Bindi c’ha le Schultz, la Turco è all’Ikea con la scorta della Finocchiaro…”.

Sul governo Renzi, dalle ministre di bell’aspetto, il Bersani imitato da Maurizio Crozza sembra essere un po’ geloso del Matteo nazionale: “Renzi, tutta ‘sta gnocca che c’ha adesso nel Pd, dove l’ha trovata? Su Twitter? Pippo, comunque per avere rispetto di Renzi i casi sono due: o troviamo della gnocca, o facciamo qualcosa di illegale: mi alzo e non pago la birretta…”.

Smessi i panni del politico, Crozza torna in sé e si rivolge direttamente al vero Pierluigi Bersani: “Buonasera Bersani, vecchia roccia, vecchia quercia. Cosa ci fa lì da solo in studio? Cos’è una riunione della minoranza del Pd? Ci è mancato tanto. E parlo degli ultimi 20 anni. C’è sempre mancato. A Bersani – continua – non lo vedevo così agguerrito da quella volta che ha fatto…quando…sa che non l’ho mai vista agguerrita? Bersani, lei è la classica persona che non si arrabbia mai, ma quando si incazza…ormai è tardi”.

Le stoccate al Governo Renzi, di cui si è occupato anche Floris nel corso della seconda puntata del talk show nuovo di La 7, non sono mancate. La sintesi di cosa stia succedendo in Italia, secondo il comico genovese, è ben presto servita:

Stavo pensando che il Governo Renzi è il primo governo di Sinistra che ha più consensi a destra che a sinistra. Il governo Renzi arrivava da sinistra, poi si è scontrato con i voti che arrivavano da destra, nel frattempo ha avuto un sinistro con la sua minoranza che veniva da sinistra, e che voleva superare la destra, ma non da sinistra…da destra…da sinistra. Non è un governo: è un incidente! Non servono le riforme: serve il CID, la constatazione amichevole!”.

Poi, il commento sul viaggio in America del Presidente del Consiglio Matteo Renzi: “Ha un bel coraggio, Renzi. Ha lanciato la mina contro Bersani e i sindacati, e poi via: America, è andato a Silicon Valley per incontrare le intelligenze italiane all’estero. Tu pensa questi cervelloni che sono fuggiti dall’Italia e che improvvisamente si vedono davanti Renzi. E dicono: ‘minchia c’ha trovato, dobbiamo andare più lontano’”.

Il momento prima della partenza di Renzi diventa una metafora del comico per descrivere le intenzioni del presidente del Consiglio, a detta del comico genovese: “Renzi me lo immagino mentre faceva le valigie. Allora: il Pd? L’ho spento, sì. La spina ai sindacati l’ho staccata? Sì. Le riforme le ho congelate? Sì. Non mi ricordo se ho dato l’acqua alla Madia, sì…Sembra che sia tutto: oh cazzo, il babbo. Mi hanno indagato il babbo per bancarotta fraudolenta. Mi hanno accusato di essere il figlio di Berlusconi, ma anche il mio babbo vero mica scherza?”.

Una delle “meraviglie” di Crozza a diMartedì è la rappresentazione comica di Renzi alle prese con auto-illusioni e giochi di potere: “Oggi Renzi ha detto che ci vuol un cambiamento violento, da ora. Ma come da ora? Sembra uno di quei bambini che ferma il gioco. No, questi sei mesi li abboniamo, da ora, da ora, dopo che torno dall’America, dopo i tagli, dopo Natale, Capodanno…” .

L’Italia di Crozza a diMartedì.

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