Matita copiativa: cos’è, come funziona e perché viene usata al referendum

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Sono bastate poche ore dall’apertura dei seggi per il voto sul referendum costituzionale che si è scatenata l’ennesima polemica, questa volta sulle matite copiative date ai seggi che si cancellano. Segnalazioni sono arrivate da tutta Italia, da Napoli a Roma, passando per la provincia di Genova: gli elettori si sono presentanti ai seggi armati di gomma e hanno chiesto di provare a cancellare il segno della matita, facendo registrare il tutto sul verbale del seggio. In alcuni casi è stato necessario l’intervento dei carabinieri per placare gli animi, mentre sui social spuntano post di persone comuni, vip e politici. Tra loro citiamo Piero Pelù, frontman dei Litfiba, che ha postato su Facebook la foto del verbale, e il leader della Lega Nord Matteo Salvini: a molti infine è arrivato un messaggio su WhatsApp, in stile catena di Sant’Antonio, che avvisa del pericolo sulle matite copiative. Si tratta però dell’ennesima bufala.

Non c’è il rischio che il voto di chiunque venga manomesso. Le matite copiative sono solo uno degli strumenti dati ai presidenti di seggio (che, nominati dal Tribunale, per la durate delle elezioni sono pubblici ufficiali e rischiano sanzioni penali in caso di irregolarità) per garantire la validità del voto.

Le matite copiative vengono date (numerate) dal ministero degli Interni e fanno parte del kit che viene consegnato a ogni presidente di seggio. Si tratta di matite con la mina speciale rese indelebili (sarebbe più corretto dire difficili da cancellare, come ognuno di noi sa se ha mai provato a eliminare il segno di un pastello) da pigmenti colorati aggiunti alla classica grafite delle matite cancellabili, un po’ come quelle per colorare. Le matite copiative sono indelebili solo se usate sulla carta delle schede, che ha una particolare filigrana (perché autenticate dal ministero) e composizione chimica (si cancella per abrasione come le matite), è una garanzia per l’elettore perché ogni tentativo di cancellare il segno del voto sulla scheda lascia segni che portano all’annullamento della scheda.

Ricordiamo che, per legge, le uniche schede valide sono quelle in cui la volontà dell’elettore è chiara e inequivocabile e che non devono recare alcun segno, oltre alla X sul simbolo, che possa rendere riconoscibile il voto, proprio per garantire il voto anonimo.

Si vota con le matite copiative e non con le biro perché queste ultime si consumano più in fretta e richiedono ricambi continui (in Italia ci sono circa 8mila seggi, con una media di 4 cabine per seggio: fate i calcoli dei soldi che si spenderebbe per garantire penne a sufficienza per tutti, ricambi compresi). Inoltre, possono macchiare la scheda e renderla così plausibile di nullità.

Le matite che si cancellano con più facilità possono avere dei difetti, magari perché vecchie ma sono regolari a tutti gli effetti: in ogni caso, possono essere sostituite solo con quelle date dal ministero, pena l’invalidità della scheda.

Infine, è praticamente impossibile che qualcuno cancelli il voto su una scheda. Lo spoglio elettorale avviene alla presenza di rappresentanti politici, autorizzati dal ministero a controllare il corretto svolgimento dello stesso e che possono denunciare ogni irregolarità. Le schede considerate non valide dal presidente del seggio sono separate da quelle valide e bianche e mandate al ministero che le ricontrolla: se ci dovessero essere irregolarità, a pagare sarebbe il presidente di seggio che ha la responsabilità penale del corretto svolgimento delle elezioni.

In conclusione, siamo di fronte all’ennesimo allarmismo più bufala che realtà, sbandierato a ogni elezione da almeno una decina d’anni.

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