Massimo Gramellini denunciato per il Buongiorno ‘Rom a parte’: istiga all’odio razziale

Massimo Gramellini denunciato per diffamazione e istigazione all’odio etnico e razziale. ‘Colpa’ non di Che Tempo Che Fa, ma di un suo articolo – il Buongiorno – apparso in prima pagina su La Stampa intitolato “Rom a parte”. A far irritare i rom, una frase del pezzo che non è piaciuta all’Istituto di Cultura Sinta di Mantova, Sucar Drom, e all’Osservatorio contro le discriminazioni provinciale, che hanno inoltrato una denuncia all’Ordine dei giornalisti e un esposto alla procura di Torino.

Le leggi valgono per tutti ed è inaccettabile che la comunità rom si arroghi il diritto di violarle con sistematicità, adducendo il rispetto di tradizioni che giustificano il furto e l’accattonaggio infantile“. Questo il passaggio del Buongiorno di Massimo Gramellini dello scorso 24 ottobre che non è piaciuto all’Istituto di Cultura Sinta di Mantova, Sucar Drom, e all’Osservatorio contro le discriminazioni provinciale.

Gramellini si riferiva a quanto deciso a Borgaro, un comune alla periferia di Torino dove il sindaco ha proposto di sdoppiare la corsa di un autobus – per la cronaca: la linea 69 – ‘dedicandone’ una ai Rom che abitano nella zona e una a tutti gli altri cittadini; questo a causa dei svariati episodi di molestie denunciati dai residenti e attribuiti ai nomadi.

Sulla vicenda ci sono un esposto e una denuncia: nel primo caso, la pratica finirà all’Ordine dei giornalisti sarà portata avanti da Articolo3, osservatorio provinciale sulle discriminazioni sostenuto tra gli altri dal Comune e Provincia di Mantova. L’esposto che verrà presentato alla Procura di Torino è invece in fase da parte dei legali dell’Istituto di Cultura Sinta e i denunciati sono il giornalista Massimo Gramellini e il suo editore, La Stampa. “Riteniamo – dice Carlo Berini, responsabile dell’Istituto di Cultura Sinta – che nel passaggio citato nell’esposto, in fase di definizione, ci siano tutti i presupposti per parlare di diffamazione ne confronti dell’intera comunità Sinti-Rom e riteniamo quelle parole pericolose, una vera e propria istigazione all’odio etnico/razziale”.

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