Maschilismo in politica anche in Gran Bretagna: ”Le ministre di Cameron sono bamboline”

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L’ennesimo esempio di maschilismo in politica arriva dalla Gran Bretagna. “Sono solo bamboline, con loro non cambierà nulla e l’unica cosa veramente di interessante che hanno è il loro aspetto”. Questa è la definizione che la portavoce dei laburisti, Helen Goodman, 56 anni, ha dato delle nuove ministre del governo inglese, dopo il rimpasto voluto dal premier Tory David Cameron. In Inghilterra, dal 14 luglio, giorno del “reshuffle”, il rimpasto di governo all’inglese, non si parla d’altro. La definizione della Goodman ha scatenato la polemica in uno dei paesi che viene considerato all’avanguardia: l’ex parlamentare Tory, Louise Mensch, 43 anni, ha risposto con un secco “Helen, sei un disgustoso dinosauro”, mentre i tabloid si dedicano a gallery e schede sulla vita privata delle nominate.

Tutto nasce da una chiara scelta politica di Cameron: in vista delle elezioni del prossimo maggio 2015, il premier ha voluto dare una “ripulita” alla squadra di governo, nominando donne giovani al posto di uomini, in alcuni casi coetanei. Così, Esther McVey, 46 anni, ex presentatrice televisiva, è al Lavoro; Liz Truss, 39 anni, la più giovane è all’Ambiente, alimentazione e agricoltura; Penny Mordaunt, 41 anni alle Comunità locali; Nicky Morgan, 42 anni all’Educazione) e Priti Patel, 42 anni, è segretaria al Tesoro.

L’operazione al momento non sembra aver colto nel segno, se è vero che un sondaggio dell’Observer dà il premier al 30%, in salita di un solo punto sul laburista Ed Miliband, al 34%, e non tanto per il rimpasto.

Il tutto mentre sui tabloid impazzano le foto delle ministre, dettagli su abbigliamento, trucco e parrucco, retroscena della vita privata specie per la McVey, immortalata mentre entra al numero 10 di Downing Street con la didascalia che sottolinea “l’ancheggiare” della neo ministra al Lavoro. L’ala più radicale dei Tory non ha gradito l’operazione, soprattutto per la nomina della Truss, troppo giovane e inesperta; sul giudizio dato dai laburisti, al momento valgono le parole della Goodman.

La vicenda ha un duplice risvolto sessista. Perché bamboline? Perché sono donne e di un’età tale per cui in politica vale ancora l’aggettivo giovani? Possibile che la prima cosa che si poteva dire delle nuove ministre è che sono solo belle e non intelligenti, sorta di fantocci in mano al premier? Ancora più grave è il fatto che a dirlo è una donna, tra l’altro laburista e quindi per definizione un po’ più aperta alle tematiche sociali dei conservatori.

Possibile che anche tra donne si usi l’aspetto fisico per attaccare le avversarie politiche? Che le neo nominate abbiano la competenza per il ruolo che ora rivestono non sembra una cosa fondamentale, né per gli avversari né forse per lo stesso primo ministro. L’Indipendent e il Guardian hanno infatti chiesto al premier perché sostituire all’Istruzione Michael Gove, 47 anni e considerato politico di grande talento. Quello che davvero sembra premere a Cameron è dare l’impressione di essere moderno, aperto ai cambiamenti e pronto a combattere contro la “vecchia” Europa di Angela Merkel con una squadra di donne giovani. Di certo il premier avrà avuto le sue ragioni per sceglierle, non ultimo riequilibrare il governo troppo al maschile, ma sembra più un’operazione di facciata che di convinzione. Se erano brave, perché non chiamarle prima?

Normale che poi i tabloid sguazzino in tutto questo: i giornali popolari inglesi vendono milioni di copie, per anni hanno piazzato a pagina 3 avvenenti fanciulle seminude pur di vendere, usando senza scrupoli ogni mezzo per mettere cosce e seni in prima pagina.

Tutto si condensa in una sola visione del mondo, quello delle donne che fanno carriera politica solo se belle. Dell’intelligenza, competenza, voglia, capacità, creatività, serietà e professionalità non se ne parla.

Questo succede nella moderna Inghilterra, ma vogliamo vedere cosa accade a casa nostra? Fermiamoci solo al governo Renzi. Il giorno della nomina dei ministri, anche i nostri giornali più seri e importanti hanno dedicato gallery alle ministre, soffermandosi sugli abiti scelti, i colori, le acconciature e via discorrendo. Non parliamo poi di Maria Elena Boschi, alla ribalta in questi giorni per le riforme al via in Parlamento: detto fatto, arrivano le gallery che ne esaltano ogni minimo movimento, quasi dimenticando le sue parole.

Non è solo colpa della stampa. I primi commenti al vetriolo sulla scelta del premier per donne giovani e comunque di aspetto gradevole, venne subito additata come marketing politico, di scuola berlusconiana, dagli avversari e dalla gente comune. Come se, per essere competenti, in Italia si dovesse per forza essere brutte, non curare il proprio aspetto o avere una vita normale. É l’idea di fondo che impregna il maschilismo nostrano ed estero. Una donna non può essere tutto, bella e intelligente. Non può studiare, essere competente, saper lavorare e allo stesso tempo badare al proprio aspetto fisico.

Un consiglio a tutti gli uomini, italiani, inglesi e non: guardate più attentamente le vostre compagne, amiche, madri, sorelle, zie, nonne. Lavorano, si prendono cura di voi, della casa e della famiglia e trovano lo stesso il tempo di andare dal parrucchiere, stanno ore a decidere cosa indossare, amano fare shopping. Le donne sono vere, reali e sempre più multitasking, non stereotipi: vanno dall’estetista e sanno fare il loro lavoro, qualunque sia. Curare il proprio aspetto è una cosa naturale (e dovrebbe valere anche per gli uomini), un atto d’amore per se stesse prima che per gli altri. Quando la finirete di guardare le donne a metà, non sarà mai troppo tardi.

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