Maria Elena Boschi sfiducia, perché dovrebbe decadere da Ministro per le Riforme?

Voto di sfiducia al ministro Maria Elena Boschi

Alla fine, i numeri danno ragione a Maria Elena Boschi e la Camera boccia la mozione di sfiducia presentata nei suoi confronti dal M5S: 373 i no e 129 i sì. A favore hanno votato, oltre al movimento di Beppe Grillo, SI-SEL, Lega Nord, FdI-An; contrari PD, Area popolare, Conservatori e riformisti, ALA, Scelta civica, Pi-Cd, Psi, minoranze linguistiche. Forza Italia non ha partecipato al voto. La sfida politica sul caso Banca Etruria era arrivato in Aula a Montecitorio dopo la mozione personale presentata dal Movimento 5 Stelle con l’accusa di conflitto di interesse. Di “effetto boomerang” contro il movimento ha parlato il premier Matteo Renzi, non presente in Aula perché impegnato al Consiglio UE e che aveva già parlato di “demagogia” e di un dibattito che “non sta in cielo o in terra”.Matteo Salvini ha invece lanciato un avviso a Forza Italia: se il partito di Silvio Berlusconi non voterà la sfiducia, come deciso, salteranno gli accordi in vista delle amministrative.

La sfiducia alla Boschi sul caso del decreto Salva-Banca, si è così trasformato in uno scontro aperto tra governo e opposizioni. In Aula è stato Davide Crippa del M5S a illustrare il documento, definendo con chiarezza che “Banca Etruria è la banca della famiglia Boschi” e che la ministra è “un conflitto di interessi ambulante”. L’accusa è quella di aver favorito gli interessi della famiglia, e in particolare del padre, che era vice-presidente del Cda della Banca; inoltre, secondo le opposizioni, la ministra e i famigliari avrebbero venduto azioni in loro possesso per ricavare plusvalenze prima dell’intervento del decreto sulle banche popolari di marzo.

Decisa e puntuale è stata la replica della Boschi che ha messo in ordine i fatti fin qui noti. “Mio padre è stato destituito dal suo incarico dal governo, è stato sanzionato dalla Banca d’Italia: nei suoi confronti non c’è stato nessun favoritismo. Sono orgogliosa di far parte di un governo che esprime un concetto molto semplice: chi sbaglia deve pagare, chiunque sia, senza differenze e favoritismi. Amo mio padre che è una persona perbene, ma allo stesso modo dico che se mio padre ha sbagliato deve pagare. Non c’è spazio per doppie misure e favoritismi”, ha dichiarato.

In merito alle plusvalenze di cui è accusata, la Boschi ha chiarito di non aver mai venduto le sue azioni e che, con il decreto del governo, anche se le avesse vendute, avrebbe avuto una minusvalenza più piccola, da una perdita di circa 900 euro a una di poco più di 500 euro.

Possedevo 1557 azioni di Banca Etruria, del valore di meno di un euro ciascuna, che ora sono carta straccia perché, con il decreto Salva Banca del governo sono state azzerate”, ha ricordato. “Anche mia madre e i miei fratelli avevano pacchetti azionari, che ora non valgono più nulla. Dire che Banca Etruria fosse la ‘banca di famiglia’ è una falsità”, insiste la ministra.

Se ci fossero stati dei favoritismi, sarei la prima a dimettermi. Sfido le opposizioni a dimostrare con i fatti se ci sono stati: se così fosse non aspetterei nemmeno il voto e mi dimetterei subito. Questa è una campagna politica contro il governo, ma l’esecutivo è attrezzato per respingere gli attacchi; le bugie e le maldicenze non ci fermeranno”, ha concluso.

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