Marco Pantani: la camorra gli fece perdere il Giro del 1999?

Ancora voci sulla possibilità che sia stata proprio la camorra a far perdere il Giro d’Italia 1999 a Marco Pantani. Nuove intercettazioni sembrano confermare le tesi che riconducono alle scommesse clandestine come motivo scatenante. Come riportato da Premium Sport, un detenuto avrebbe pronunciato parole molto pesanti al telefono. L’uomo è lo stesso già avvicinato a Renato Vallanzasca, che fu il primo a sollevare il caso. Dopo essere stato individuato dall’azione congiunta della Procura di Forlì e di quella di Napoli, l’uomo ha poi telefonato a un parente, di fatto, confermando tutto ciò che si temeva. Leggiamo gli stralci.

L’uomo ha informato il parente di essere stato interrogato dopo le frasi di Vallanzasca dato che i Carabinieri avrebbero ricercato l’individuo nei carceri sondando tra i detenuti di origine napoletana. Al parente, titubante sul coinvolgimento nella vicenda, avrebbe confessato che “Io gli davo a mangià. Nel senso che, non è che gli davo da mangiare: io gli preparavo da mangiare tutti i giorni perché è una persona che merita. È da tanti anni in galera, mangiavamo assieme, facevamo società insieme.” E alla domanda precisa su cosa c’entrasse Pantani? Visto che tutti erano convinti che il Pirata avrebbe vinto, erano arrivate grosse somme di denaro e così la Camorra avrebbe fatto perdere la corsa rosa al romagnolo, addirittura cambiando le provette per farlo risultare con valori fuori regola. “Ma è vera questa cosa?”, chiede il parente. E l’uomo risponde: “Sì, sì, sì, sì”.

Ma c’è qualcosa di ancora più consistente. A seguito delle indagini della polizia giudiziaria della Procura della Repubblica di Forlì con in prima linea il procuratore Sergio Sottani, che rivela: “Un clan camorristico minacciò un medico, per costringerlo ad alterare il test e far risultare Pantani fuori norma”. E ora cosa si farà a livello sportivo, ma prima ancora civile?

Il giallo dell’orologio

13 ottobre 2014 – Un nuovo inquietante aggiornamento sull’indagine intorno alla morte di Marco Pantani: spunta infatti un fax che sposta l’ora del decesso alle ore 17, lo stesso orario al quale l’orologio Rolex Daytona al polso del campione si era fermato, come dimostrato dalle foto dopo il sopralluogo della scientifica. Tuttavia, nelle 240 pagine del rapporto definitivo si indicano le ore 11.30-12.30 come quelle in cui il cuore del vincitore del Giro d’Italia e Tour de France 1998 si è fermato per sempre. Un ennesimo particolare che fa propendere tutto verso l’omicidio più che la più semplice spiegazione di morte per overdose da cocaina.

IL FAX URGENTE E RISERVATO

Si era perso tra tutta la documentazione raccolta, ma era forse uno dei fogli più importanti: alle 20.50 del 16 febbraio 2004, ossia poco più di due giorni dopo la morte di Marco Pantani, era partito un fax destinato al magistrato di Rimini, Paolo Gengarelli, spedito da Giuseppe Fortuni, medico legale che aveva condotto l’autopsia. Indicato come “Urgente e riservato”, il fax affermava – citiamo testualmente – che “Al termine dell’esame autoptico sulla salma, la informo che il decesso può datare attorno alle ore 17 del 14 febbraio 2004… Allo stato attuale delle indagini medico-legali, la causa può essere indicata in un collasso cardiocircolatorio terminale”. Insomma, il campione si è letteralmente spento, non era ancora stato specificato il motivo, a un orario pomeridiano. Non certo di tarda mattinata come poi emerso in seguito.

LE DISCREPANZE CON L’ORARIO DEL RAPPORTO DEFINITIVO

Secondo lo stesso Giuseppe Fortuni, infatti, l’orario del decesso è stato poi spostato verso le 11.30-12.30, come si può perfettamente leggere all’interno del rapporto definitivo depositato alla procura. Lo stesso orario è stato peraltro confermato anche da Francesco Maria Avato, consulente della famiglia Pantani. Non più, dunque, le 17, ma intorno a mezzogiorno. Un cambio netto che può essere spiegato con la raccolta di maggiori evidenze e prove, ma che va a “cozzare” con un particolare che può certo avere altre spiegazioni, ma che non può essere completamente cancellato. Parliamo dell’orologio al polso di Marco.

L’OROLOGIO SI E’ FERMATO ALLE 16.55

Era infatti stato notato subito l’amatissimo orologio Rolex Daytona al polso di Pantani, che era fermo alle ore 16.55 ossia a un orario compatibile con la perizia della prima ora, indicata sul fax dallo stesso medico che aveva, tra gli altri, esaminato i cadaveri di Ayrton Senna e Meredith Kercher. Il Rolex è stato altresì analizzato e i tecnici hanno evidenziato come il suo sistema a ricarica automatica (sfruttando i movimenti del polso stesso) comporta un blocco del funzionamento solo dopo 50 ore di immobilità. Oppure l’orologio si può bloccare in occasione di un forte colpo. Eppure secondo le indagini Pantani era già morto da almeno 5 ore quando l’orologio ha deciso di fermarsi.

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