Mafia Capitale, Micaela Campana del Pd fa arrabbiare la giudice con i suoi ‘non ricordo’

Camera dei Deputati Micaela Campana

La deputata del Pd Micaela Campana è stata sentita come testimone per la difesa di Salvatore Buzzi nell’ambito dell’inchiesta Mafia Capitale. In aula al processo, la componente della commissione Giustizia ha più volte risposto alle domande della presidente della Corte Rossana Ianniello con generici ”Non so…, Non ricordo”, cosa che ha fatto andare su tutte le furie la Ianniello, che alla fine ha pure ricordato alla Campana che si commette un reato a non dire la verità sotto giuramento.

Una testimonianza, quella della Campana, ritenuta da tanti ‘imbarazzante’ e poco credibile, perché non ha chiarito nulla della vicenda, vista la sua scelta di trincerarsi dietro tanti ”non ricordo”. C’è da precisare che Campana, nota alle cronache per aver mandato a Salvatore Buzzi un sms con su scritto ”Bacio, gran capo”, avrebbe potuto avvalersi della facoltà di non rispondere, dal momento che è ex moglie dell’ex assessore capitolino Daniele Ozzimo, già imputato nello stesso procedimento (e già condannato a una pena di due anni e due mesi per corruzione).

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Invece ha parlato, anche se molto poco, ammettendo di aver chiesto e ricevuto da Buzzi diversi contributi elettorali (che Campana ha sostenuto essere legittimi), sia per il Partito Democratico che per l’ex marito e assessore Daniele Ozzimo, già indagato e condannato a due anni e due mesi per corruzione. In un attimo di tensione con la presidente della Corte, la stessa giudice Iannello le ha perfino chiesto a che titolo sia componente della commissione giustizia di Montecitorio ”se nemmeno riconosce le regole basilari del processo”.

Ed ecco uno dei momenti del processo Mafia Capitale, avvenuto nel corso della 128esima udienza, riportato da Federica Angeli su Repubblica: domanda ”Per quale motivo fissò un incontro tra Bubbico e Buzzi?”, risposta: ”Fu lui a chiedermelo, ma non so di cosa dovessero parlare”. ”Mi faccia capire – chiede seccata la presidente – lei fissa un incontro col sottosegretario Bubbico a Buzzi solo perché lui glielo aveva chiesto, senza conoscere il motivo di tale richiesta?”. Risposta della deputata dem: ”Non ricordo”. La giudice Ianniello a questo punto perde la pazienza: ”Eppure lei è giovane: come mai questi continui vuoti di memoria? Lei assiste a un incontro, è presente in una stanza e non sa di cosa hanno parlato?”. Altre dichiarazioni fatte dalla Campana non sono risultate convincenti, soprattutto perché smentite dalle tante intercettazioni presentate in aula.

CHI E’ MICAELA CAMPANA
Nata nel 1977 in Puglia, a Cisternino, è cresciuta a Mesagne e frequentato l’università La Sapienza di Roma. Nel 2000 si è candidata al Consiglio nazionale studenti universitari, l’anno successivo e fino al 2006 è stata capogruppo dei Democratici di Sinistra nell’ex V Municipio di Roma, dove dal 2006 al 2008 è stata capogruppo dell’Ulivo. Dal 2005 al 2007 è stata anche responsabile cultura della federazione romana dei DS. Alle primarie del Pd nel 2007 viene eletta nell’assemblea nazionale, riconfermata nel 2009. Per la federazione romana del PD è stata responsabile dei circoli dal 2007 al 2009, responsabile della Festa dell’Unità di Roma dal 2007 al 2012 e responsabile dell’organizzazione dal 2009 al 2013. Dal 2008 al 2010 è stata Assessore all’ambiente, al personale, alle attività produttive e alle pari opportunità dell’ex V Municipio di Roma.

Nel 2012 è presidente del comitato Italia Bene Comune di Roma che organizza le elezioni primarie del PD e arriva terza alle primarie romane per la scelta dei candidati parlamentari del partito. Nel 2013 viene eletta alla Camera dei deputati nella Circoscrizione Lazio 1 con, è componente della Commissione Giustizia e del Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen, di vigilanza sull’attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione. Nel settembre 2014 viene nominata Responsabile nazionale del PD per welfare e terzo settore nella seconda Segreteria “unitaria” di Matteo Renzi.

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