Legge Severino: cosa prevede il testo sull’ineleggibilità e la decadenza parlamentare

PAOLA SEVERINO

[didascalia fornitore=”Ansa”]L’ex ministro della Giustizia Paola Severino in Senato nel 2012.[/didascalia]

La legge Severino, che si pone l’obiettivo di prevenire e reprimere la corruzione nella politica e nella pubblica amministrazione, risale al 2012, periodo del governo Monti. Prende il nome dell’allora ministro della giustizia Paola Severino. Vediamo cosa prevede il testo sull’ineleggibilità e la decadenza parlamentare.
La legge Severino, in sintesi, stabilisce che i politici e gli amministratori pubblici condannati per reati come corruzione, concussione, abuso d’ufficio e peculato, non sono più idonei a ricoprire cariche politiche o pubbliche. Per questo non possono candidarsi e, se già eletti, perdono l’incarico. L’anticorruzione, ricordiamo, è uno dei principi cardine della legge Severino.

Tre i provvedimenti chiave della legge Severino: l’incandidabilità, la sospensione e la decadenza. Il primo viene applicato nei confronti di chi non è ancora stato eletto o chi non ha ancora un ruolo pubblico. Gli altri due, invece, vengono applicati quando la causa di incandidabilità sopraggiunge durante il mandato.

Legge Severino e incandidabilità
La legge Severino dispone che i condannati a più di due anni di reclusione, per reati punibili almeno fino a quattro anni, non possono ricoprire la carica di deputato o senatore, né ruoli all’interno della pubblica amministrazione. Non possono quindi candidarsi né al Parlamento italiano, né in quello europeo né in enti locali.

Legge Severino e sospensione
Cosa succede ai politici o agli amministratori pubblici già in carica e condannati dopo l’elezione? Se la condanna non è definitiva, quindi anche in primo grado, la legge prevede la sospensione fino a un massimo di 18 mesi. Sospensione annullata in caso di sentenza di riabilitazione (vedi caso De Magistris, sotto).

Legge Severino e decadenza
Se la condanna diventa definitiva, la legge Severino prevede la decadenza dei parlamentari. In questi casi, la Camera di appartenenza deve votare la decadenza dalla carica (vedi caso Berlusconi, sotto).

Legge Severino: il caso Berlusconi
Una delle peculiarità della legge Severino è il valore retroattivo. La polemica sulla retroattività è divampata in particolare dopo la decadenza di Silvio Berlusconi, stabilita nel 2013 dalla Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato, dopo la condanna in via definitiva per frode fiscale del leader di Forza Italia. Decadenza per cui Berlusconi ha presentato ricorso alla corte di Strasburgo.

Legge Severino, la sentenza della Corte Costituzionale
La retroattività della Legge Severino è stata fonte di grande discussione anche dopo la sospensione di Luigi De Magistris, condannato nel 2014 a un anno e tre mesi per abuso d’ufficio. Un anno dopo è stato assolto dalla Corte d’Appello di Roma, che ha annullato condanna e sospensione. In attesa della sentenza, però, il sindaco di Napoli aveva presentato ricorso contro la sospensione, sostenendo l’incostituzionalità della legge per quanto riguarda il valore retroattivo. Il 20 ottobre 2015 la Corte Costituzionale ha respinto il ricorso. Secondo la Consulta la legge Severino è quindi costituzionale nonostante la retroattività.

Legge Severino: testo integrale
Rimandiamo, infine, al testo integrale della legge Severino sulla Gazzetta Ufficiale. Il nome tecnico del decreto legislativo, previsto dal ddl 190 del 2012 ed entrato in vigore il 5 gennaio 2013, è «Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità».

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