Le Leggi Del Desiderio, Nicole Grimaudo è la ‘straordinaria Matilde’ [INTERVISTA]

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Nicole Grimaudo è la protagonista femminile de ‘Le leggi del desiderio’, il film di Silvio Muccino in uscita nelle sale cinematografiche a partire da oggi, giovedì 26 febbraio 2015. Oltre allo stesso Muccino, figurano nel cast anche Maurizio Mattioli, Carla Signoris e Luca Ward. Giovanissima, ma con una lunga carriera alle spalle, Nicole si divide tra la carriera di attrice e la nuova vita da mamma di Pietro, nato nel 2014. Nel video in apertura l’intervista che abbiamo realizzato a Milano poco prima del debutto de ‘Le Leggi Del Desiderio’.

Chi è Matilde?

Matilde è un personaggio che ho amato tantisimo, perché mi ha dato la possibilità di interpretare un ruolo pieno di sfaccettature, un ruolo femminile finalmente diverso dal solito, con uno spazio notevole. In Italia non sono tantisismi i personaggi femmiinili così ricchi. Ha un inizio abbastanza buffo: è una donna molto vulnerabile fragile, insicura, che si infagotta e non si piace; doppiamente insicura perché innamorata di un uomo sposato, in realtà è innamorata dell’amore, più che di quest’uomo, ma non ha né le tattiche né le tecniche per sedurre.

Cosa accadrà grazie all’incontro con Canton?

L’incontro con Canton le cambierà un po’ la vita. Secondo lui Matilde è tutta da rifare e inizia un lavoro di trasformazione, cercando di rendere Calimero un po’ un cigno. Ci saranno situazioni molto divertenti proprio per questa ragione, ma poi il lavoro più forte viene fatto da Matilde a livello interiore: il suo cambiamento è slegato dall’uomo di cui è innamorata e dalla voglia di conquistarlo. Il rapporto con Silvio (Giovanni Canton, ndr) segnerà cambiamenti importanti, avrà delle conseguenze anche su Canton stesso perché Matilde è l’unica donna in grado di smascherarlo e di fargli capire che probabilmente il primo a dover capire qual è il suo desiderio è proprio lui.

Quanto c’è di Matilde in Nicole?

Tanto, nel senso che ho proprio ripescato dai ricordi del passato e Matilde è tanto Nicole di qualche anno fa. Anche io avevo molto disagio a stare con gli altri, mi nascondevo, mi sentivo sempre sbagliata, dicevo sempre una frase fuori posto. Questo senso di inadeguatezza mi somiglia un po’. Non mi piacevo e il non piacersi ti porta a essere fortemente insicura.

E’ il tuo primo film dopo la maternità. Com’è stato tornare sul set?

Bello, menomale che il film sia stato questo! Per lasciare un bambino di sei mesi avevo bisogno di qualcosa per cui ne valesse veramente la pena. Avevo voglia, sì, di lavorare perché mi sentivo molto, molto carica; dopo la maternità sei un vulcano, hai un sacco di roba da voler tirar fuori, ed è stato il film perfetto con l’atmosfera perfetta. Beccare un set o un regista di un altro tipo probabilmente mi avrebbe ferito molto perché giocavo a carte scoperte, ero assolutamente serena e innamorata delle vita. Ho beccato il film e il regista giusto.

A proposito di film giusto e di regista giusto, com’era l’atmosfera sul set?

Straordinaria, ci siamo proprio divertiti. E’ stato uno di quei film che, quando finiscono, piangi davvero perché dici ‘ma da domani come farò?’. E’ stato merito di Silvio, che ha comunicato a tutti questo entusiasmo: tutti, dal truccatore all’elettricista, erano pieni di voglia di dare il meglio. Comunicare tutto questo a una troupe e far sì che la famiglia sia unita è fondamentale.

A questo punto abbiamo una curiosità. Silvio è giovane, bravo, brillante, rende tutto molto facile: svelaci un suo difetto!

Mi ha fatto vedere solo il meglio, mannaggia!

Silvio Muccino è perfetto?

Non lo sarà sicuramente, però devo dire che è stato molto bravo a non far trapelare difetti così forti o fastidiosi, ma ci saranno di sicuro, ora te lo dico!

Nel frattempo, parliamo di te: nella tua vita non c’è solo il cinema, ma anche la TV. Quando ti rivedremo sul piccolo schermo?

Credo presto. C’è in ballo una sceneggiatura per un lavoro in due puntate e credo di tornare sul set tra qualche mese.

C’è un ruolo che ancora ti manca?

Adesso avrei proprio bisogno di un ruolo fortemente drammatico. Ho fatto la commedia e ne sono felicissima, perché secondo me far ridere è molto più complicato, però adesso avrei bisogno di un ruolo in grado di farmi un po’ male.

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