Le donne lavorano di più se in casa c’è il marito: i dati Istat

Non avere un coniuge per casa è un vantaggio per le donne, che si trovano a lavorare molto di più se nell’abitazione c’è la presenza di un marito. Lo si legge nell’audizione dell’Istat al Senato sul Jobs act, secondo cui le ore di lavoro familiare delle donne lavoratrici in coppia con figli fino a sette anni sono pari a 5,37 ore al giorno. Secondo questa ricerca le famiglie monogenitore ”sono un po’ meno sovraccariche perché si avvantaggiano dell’assenza del marito” con una media di quattro ore e 26 minuti, oltre un’ora in meno al giorno delle donne lavoratrici che sono in coppia.

Spiegano ancora gli studiosi dell’Istat: ”L’Italia è sempre stato un Paese dove l’asimmetria del lavoro familiare è alta. L’indice di asimmetria del lavoro familiare nella coppia in cui lei lavora e ha un figlio fino a sette anni è pari al 70,4%. Quello delle donne che hanno il figlio più piccolo da 8 a 12 anni il 72,2%”. Le ore di lavoro familiare scendono da 5,37 a 4,43 se i figli hanno tra gli 8 e i 12 anni.

Nel tempo l’asimmetria dei ruoli all’interno delle coppie è diminuita ma ”più per una riduzione del lavoro di cura delle donne che per un incremento di quella degli uomini. Il divario di genere di fronte ai tempi di lavoro totale (retribuito e familiare) si amplia in presenza di figli manifestando un aggravio per le madri occupate”.

Nel complesso il tempo libero delle madri occupate è inferiore a quello del coniuge o partner. Negli ultimi anni, sempre secodo quanto rilevato da Istat, è aumentata la percentuale delle donne occupate che in corrispondenza di una gravidanza hanno lasciato o perso il proprio lavoro, passando dal 18,4% del 2005 al 22,3% nel 2012 (29,8% nel Sud Italia). Anche se va notato che lasciare il lavoro è sempre meno una scelta personale in quanto aumentano le donne che hanno subito un licenziamento (dal 16% al 27,2%).

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