Lanciano, rapina in villa: tre fermi per i coniugi torturati senza pietà per due ore

Lanciano, rapina in villa coniugi torturati senza pietà per due ore, nella notte

[didascalia fornitore=”ansa”]Rapina in villa a Lanciano[/didascalia]

Svolta nel caso della rapina subita dai coniugi Martelli a Santa Maria Imbaro, alle porte di Lanciano (Chieti). Tre rumeni sono finiti in manette. La coppia, Carlo Martelli e Niva Bazzan, brutalmente picchiata e torturata domenica scorsa, è ancora in ospedale. Alla donna è stato staccato anche il lobo di un orecchio. I presunti responsabili della rapina violenta sono stati incastrati dalla testimonianza di altre vittime che avevano subito una simile aggressione diversi mesi fa, ossia il commerciante Massimiliano Delle Vigne, il commerciante Domenico Iezzi (al quale fu anche tagliato un dito), e Carlo Iubatti, che fu selvaggiamente picchiato e rapinato a Guardiagrele, in provincia di Chieti. Gli agenti della polizia hanno fermato i tre rumeni a bordo della Fiat Sedici rubata ai Martelli: con loro avevano 3400 euro in contanti. Manca all’appello una quarta persona che ha preso parte alla rapina con pestaggio, si dice possa essere un pugliese, il ‘capo’ della banda.

Notte da incubo per una coppia di coniugi a Lanciano, in provincia di Chieti: una banda di ladri si è introdotta nella villa del medico chirurgo 69enne e presidente della locale associazione per disabili Anffas, e della moglie Niva Bazzan, e ha torturato ferocemente la coppia per due lunghe ore. I criminali hanno continuato a ripetere: ‘Portateci alla cassaforte senza fare scherzi o vi facciamo a pezzi’, minacce verbali alle quali si sono aggiunti calci e pugni. A un certo punto la banda ha persino tagliato il lobo dell’orecchio della donna, ma nemmeno dinanzi a quel gesto feroce, la risposta della coppia è cambiata, semplicemente perché la cassaforte non esisteva realmente. A quel punto i ladri hanno recuperato le carte di credito del medico per effettuare qualche maxi prelievo.

La dinamica della rapina

Quattro ladri si sono introdotti nella villa del dottor Martelli, dopo aver tagliato la recinzione: attraverso la taverna sono passati al piano superiore, dove i coniugi stavano dormendo in stanze separate: l’uomo è stato legato a mani e piedi, mentre la donna soltanto alle mani. I quattro criminali, tutti incappucciati, hanno seviziato la coppia per due ore con calci e pugni in ogni parte del corpo. Il culmine della violenza è stato raggiunto col taglio del lobo alla donna: quando i ladri hanno visto che la coppia, nemmeno dinanzi a quel gesto, ha confessato dove fosse la cassaforte, hanno capito che realmente non c’era, quindi hanno chiesto al medico le sue carte di credito.

Con i bancomat e le carte, in tre, a bordo dell’auto della signora Niva, una Yaris bianca, sono andati a prelevare qualche migliaio di euro. Il quarto criminale è rimasto a guardia dei coniugi: ‘Prega che trovo i soldi sennò quando torno ti macello’, è stata l’ultima minaccia.

Il figlio disabile trentenne è stato l’unico a non aver subito alcuna forma di violenza, la sua stanza è stata completamente rovistata ma senza che lui se ne accorgesse.

[npleggi id=”https://www.nanopress.it/cronaca/2018/09/19/furti-in-casa-con-le-bottigliette-d-acqua-la-tecnica-dei-ladri-che-non-lasciano-alcun-segno/222908/” testo=”Furti in casa con le bottigliette d’acqua: la tecnica dei ladri che non lasciano alcun segno”]

Tornati alla villa con i soldi appena prelevati, i criminali hanno recuperato il quarto elemento della banda e sono fuggiti a bordo dell’auto del dottor Martelli, una Fiat Sedici, tuttora ricercata. Il medico, col volto completamente distrutto, è riuscito a liberarsi le mani e così ha chiesto aiuto al fratello Alfredo e alla sorella Teresa. Immediato l’intervento delle Forze dell’Ordine e degli uomini della Scientifica. Non si tratta peraltro di un caso isolato di rapina, nello stesso comprensorio è il terzo episodio dell’anno: tutti sono stati caratterizzati dalla medesima ferocia. Le testimonianze delle famiglie della zona hanno aiutato le indagini, che hanno portato al fermo di tre persone di nazionalità rumena.

Attualmente i due coniugi sono ricoverati all’ospedale Renzetti di Lanciano, in provincia di Chieti: la donna è rimasta senza lobo dell’orecchio, nonostante tutti i tentativi dei medici di riattaccarglielo, mentre il marito ha una prognosi di almeno 40 giorni per tutti traumi contusivi e gli edemi che han riportato in volto.

Impostazioni privacy