Lady Gaga a Umbria Jazz 2015 con Tony Bennett: la ‘strana coppia’ incanta la platea di Perugia

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Oltre 5000 spettatori all’Arena Santa Giuliana per ammirare Lady Gaga a Umbria Jazz 2015 insieme a Tony Bennett: e la ‘strana coppia’ formata dalla trasgressiva diva del pop e dall’elegante crooner ha convinto tutti, anche i più scettici, sciorinando un raffinato repertorio di standard della tradizione americana (ma non solo) molti dei quali già proposti nell’ottimo album Cheek to Cheek, che oltre ai consensi della critica e del pubblico si è aggiudicato anche un prestigioso Grammy Award nella categoria Best Pop Traditional Vocal Album.

Lady Gaga e Tony Bennett (60 anni esatti di differenza tra i due: 29 vs 89) hanno suonato davanti a un pubblico entusiasta ed eterogeneo, composto da abituali frequentatori dei festival jazz ma pure da un chiassoso manipolo di Little Monsters che hanno deciso di seguire la loro dea anche in quest’avventura lontana dagli schemi del pop. E non se ne sono affatto pentiti!

Le due star hanno aperto il concerto sulle note di Anything Goes di Cole Porter e della title-track Cheek to Cheek di Irving Berlin, poi Bennett si è prodotto in un sentito omaggio al pubblico italiano (lui stesso è di origini calabresi) intonando una personalissima versione di O’ Sole Mio. La serata si è quindi infiammata con Nature Boy, che Gaga ha eseguito indossando un abito trasparente che lasciava ben poco all’immaginazione, ed è proseguita di slancio con le impeccabili performance del crooner su Watch What Happens e The Good Life.

Lady Gaga, in tailleur maschile, è poi tornata protagonista con la celebre Bang Bang (My baby shot me down), ammaliando gli spettatori anche con Bewitched, Bothered and Bewildered di Richard Rodgers, prima di lasciare la scena al suo anziano partner che ha regalato tre perfette interpretazioni di Smile di Charlie Chaplin, When You’re Smiling di Louis Armstrong e For Once in My Life di Stevie Wonder.

Lo show di Lady Gaga e Tony Bennett a Umbria Jazz 2015 è proseguito con un bel duetto sulle note di I Won’t Dance di Jerome Kern (nel frattempo Miss Germanotta si era resa protagonista dell’ennesimo cambio di look presentandosi con un elegantissimo abito nero di strass e lunghi guanti da diva) e poi ancora con le magnifiche Solitude di Duke Ellington e Lush Life.

La scaletta di circa trenta brani si è quindi completata con In The Wee Small Hours of the Morning, la classica La Vie en Rose (cantata da Lady Gaga in stile Marilyn Monroe con un abito rosa confetto), How Do You Keep the Music Playing, che Bennett ha chiuso con un acuto ‘impossibile’ per un quasi novantenne, Let’s Face the Music and Dance, Ev’ry Time We Say Goodbye, Who Cares, I Left My Heart in San Francisco (uno dei grandi cavalli di battaglia di Bennett, scritta ben 53 anni fa), But Beautiful e I Can’t Give You Anything But Love, Baby, con una Lady Gaga strepitosa nella sua tuta rossa completamente trasparente (Bennett non ha fatto però una piega: o, dopo tanti concerti insieme, si è ormai abituato ai look stravaganti di Gaga o, ahilui, ha già raggiunto la pace dei sensi).

Lo spettacolo si è concluso con Lady Gaga che ha incitato i fan ad alzarsi dalle sedie e ad avvicinarsi sotto il palco per ascoltare da vicino i trascinanti bis The Lady is a Tramp e It Don’t Mean a Thing (If it ain’t got that swing), a conclusione di una memorabile serata che rimarrà nella storia di Umbria Jazz.

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