La transmedialità: da Black Box a Witty Tv

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Oggi “televisione” significa molte cose: il contenuto televisivo non è più relegato all’interno del piccolo schermo, ma tende ad esondare da esso sfruttando come luogo d’approdo privilegiato, primo fra tutti, il web. Molti sono infatti i programmi che nell’online trovano non solo una cassa di risonanza, una finestra alternativa per la loro fruizione, ma anche e soprattutto uno spazio in cui poter continuare e approfondire la narrazione iniziata nel piccolo schermo, ampliando, in qualche modo, la relazione con lo spettatore. Secondo una logica transmediale la narrazione iniziata in tv non solo transita su un altro medium, ma continua, si completa in esso.

Nel nostro Paese uno dei primi esempi di transmedialità risale al 2008 ed è rappresentato dal pionieristico Black Box, trasmesso da Mtv. In ogni puntata veniva raccontata una storia basata su fatti realmente accaduti e interpretata dalle stesse persone che ne erano state protagoniste. Nel racconto delle storie rimanevano molte zone d’ombra: misteri e segreti che venivano poi svelati, a fine puntata, sul sito di Mtv dove veniva mostrato ciò che il protagonista aveva confessato dentro alla cosiddetta scatola nera, la Black Box, appunto. Black Box si basava, forse, su un meccanismo di fruizione fin troppo raffinato e complesso, ma metteva bene in luce quelle che erano le potenzialità di sinergia tra media diversi, nell’epoca in cui si stava affermando ormai pienamente il web come strumento di interazione.

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Non sono, tuttavia, solo i singoli programmi a costituire interessanti esempi di transmedialità: attorno a questo concetto si vengono a creare realtà che incrociano e coinvolgono non solo media, ma anche programmi diversi. Vorrei soffermarmi, a tal proposito, sul caso di Witty Tv. Nata nel 2013, Witty Tv è una piattaforma web dedicata ad alcuni dei programmi più seguiti di Canale5: Uomini e Donne, Amici, C’è posta per te e i più recenti Temptation Island e Coca Cola Summer Festival. Di certo non è difficile comprendere il denominatore che accomuna questi programmi: si tratta di prodotti firmati Fascino che è, neanche a dirlo, produttore di Witty Tv. La piattaforma svolge una duplice funzione: da un lato segue una logica catch up, consentendo di recuperare le puntate e i momenti salienti dei programmi che ospita, dall’altro propone contenuti inediti ed esclusivi come interviste e filmati di backstage che vedono coinvolti i protagonisti dei programmi. Ecco allora che la narrazione cominciata in tv prosegue e si amplia attraverso un altro medium.

Witty Tv diviene così uno strumento strategico per rafforzare le logiche di fidelizzazione dello spettatore, creando un universo che esonda dallo schermo della tv per offrire nuovi luoghi e modalità di visione e di approccio con i contenuti televisivi. Costituisce un caso interessante che mette in luce come, sfruttando la convergenza mediale, sia possibile ottimizzare e ampliare le potenzialità non solo di un contenuto televisivo, ma addirittura di un insieme di contenuti firmati da uno stesso soggetto produttore, creando una realtà parallela e complementare rispetto al piccolo schermo.

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