La storia di Bruno Delnegro e l’attaccamento al denaro che va oltre ogni legame familiare

La storia di Bruno Delnegro, ribattezzato “l’uomo del sacco a pelo”, ricorda tanto quella di Beppe Pedrazzini, noto alle pagine di cronaca nera come “l’uomo del pozzo”.

Carabinieri in azione per i rilievi
Carabinieri in azione per i rilievi – Nanopress.it

Vale a dire il pensionato di 77 anni che lo scorso anno era stato ritrovato cadavere nel pozzo della sua abitazione di Toano. Dove era stato gettato da figlia e genero, con il tacito assenso della moglie, al solo scopo di continuare a percepirne la pensione.

Chi era Bruno Delnegro?

Bruno Delnegro, originario di trani, è deceduto per cause naturali tra il 25 e il 26 luglio 2022. Da tempo affetto da deficit cognitivi e diversi problemi di salute, l’ex infermiere dell’Asl di Trani aveva trascorso l’ultimo periodo della sua vita allettato.

Il suo cadavere era stato stato successivamente ritrovato il 30 luglio 2022 da due turisti a Castrovalva, vicino a Sulmona, a circa 350 km dal suo luogo di origine. Purtroppo, il volto di Bruno era irriconoscibile per le lesioni causate dall’azione degli animali selvatici. Al momento del ritrovamento, si trovava in un sacco a pelo, nudo e avvolto in un lenzuolo. Le condizioni del cadavere non hanno consentito di stabilire con esattezza la causa del decesso, ma è comunque stato escluso che sia stato vittima di una morte violenta. Per queste ragioni, il suo riconoscimento è stato possibile solamente due mesi fa. Ed è stato possibile effettuarlo grazie a una placca al femore con un numero di serie, che ha consentito agli inquirenti di risalire alla struttura medica che aveva effettuato l’operazione all’ex infermiere.

Nel mirino degli inquirenti sono così entrati alcuni familiari: i tre figli e la compagna di uno di questi. Difatti, quando Delnegro era solo un uomo scomparso, questi ultimi hanno continuato a riscuotere regolarmente la pensione. Quest’ultima ammontava a poco meno di 3000 euro mensili, inclusa l’indennità di accompagnamento. In totale, sono state scoperte irregolarità nel totale di circa 60.000 euro, suddivisi tra circa 40.000 euro prelevati dalla pensione e 20.000 euro prelevati dal conto corrente. Una vera e propria truffa.

Carabinieri
Carabinieri – Nanopress.it

 I reati contestati agli indagati sono: soppressione di cadavere (art. 411 c.p.), truffa ai danni dell’INPS (640 c.p.) e indebito utilizzo di carta bancomat (art. 493 ter c.p.).

Come maturano i delitti in famiglia?

I delitti in famiglia per definizione coinvolgono le persone legate, oltreché da un vincolo di parentela, anche da un rapporto di fiducia reciproca. Un rapporto che, con la commissione del crimine, viene violato in maniera più o meno sanguinaria. Quando è stato il cadavere, Bruno Del Negro era già morto.

Ma che cosa spinge dei figli a gettare via il proprio padre come se fosse un sacco dell’immondizia? Secondo quanto è emerso dalle indagini tutti e quattro gli indagati sono occupati e rivestono una posizione lavorativa rispettabile. Dunque, quale sarebbe il movente? In merito, non ci sono molti dubbi. I figli dell’ex infermiere in pensione hanno continuato a riscuotere regolarmente la pensione e a prelevare con il bancomat. E soprattutto nessuno di loro ha segnalato il decesso del padre all’Inps. Evidenziando la chiara volontà di accedere a risorse finanziarie che, per ovvie ragioni, non sarebbero più disponibili. È chiaro, quindi, che abbiano agito in forza di un inconfutabile attaccamento al denaro. Un attaccamento in grado di superare di gran lunga quello che li legava al loro defunto padre.

Una famiglia criminale

Nel momento in cui si verifica un crimine in famiglia, che coinvolge più componenti, c’è sempre un anello debole. Quello che se messo sottopressione è in grado di rivelare dettagli importanti sulle motivazioni che hanno portato alla commissione del crimine stesso. Ciò perché, anche se i familiari agiscono in concorso e con le stesse intenzioni, c’è chi viene coinvolto perché spinto a farlo. Chi è l’anello debole tra i fratelli Delnegro? Lo scorso 13 luglio, il principale indagato, e cioè l’uomo accusato di aver portato materialmente il cadavere del padre ad Anversa degli Abruzzi, ha chiesto di essere sentito. Gli indizi contro di lui sono pesantissimi al momento. Difatti, dalle indagini è emerso che il sacco a pelo nel quale è stato ritrovato il cadavere di Bruno, era stato acquistato da Decathlon di Molfetta proprio dallo stesso il 26 luglio 2022. Ma non soltanto. Il gps dell’auto dell’uomo avrebbe localizzato l’auto proprio nei pressi di Sulmona il 27 luglio 2022. Mentre le celle telefoniche del cellulare della compagna avrebbero nella stessa data agganciato le celle della zona.

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