La squadra spezzata, in un libro l’Ungheria di Puskas e della rivoluzione

Puskas


‘La squadra spezzata’ non è solo un racconto di calcio. Tutt’altro. E’ un libro che intreccia il pallone con la politica e la storia. A raccontarlo il giornalista di ‘Repubblica’ Luigi Bolognini, che racconta le gesta della meravigliosa Ungheria di Puskas tra il 1950 e il 1956. Sei anni in cui la ‘Aranycsapat’ (squadra d’oro in ungherese) perderà una volta sola su 50, ma purtroppo la finale del Mondiale a Berna contro la Germania nel 1954. Ma questi sono anche gli anni della rivoluzione ungherese, affogata nel sangue dai carri armati sovietici.

Il protagonista del romanzo è Gabor, insieme all’amico Sandor. Che ha la fortuna di essere il figlio del custode dello stadio della Honved, squadra che in questi anni si prende la scena mondiale, in un certo senso seguendo ciò che era stato il Grande Torino di Valentino Mazzola. Insieme, assistono agli eventi, ora spettatori ora protagonisti. Sognano dietro alle magie di Puskas, Hidegkuti, Bozsik, Czibor e Kocsis, si infervorano quando la rivoluzione pare regalare all’Ungheria la libertà dal cappio sovietico.

Memorabili, in questi sei anni, le vittorie contro i maestri inglesi a Wembley (6-3), e contro i fratelli – coltelli dell’Unione Sovietica. Ma anche la beffa di Berna, tuttora definito dai tedeschi ‘un miracolo’. La Germania dell’Ovest vinse 3-2 il Mondiale contro un’Ungheria forse troppo presuntuosa. Si scoprirà più avanti che buona parte di quelli atleti era dopata, con tanto di ricoveri in massa dei giocatori subito dopo l’impresa. Forse un po’ elementare l’idea che da quella disfatta potesse nascere il ‘dopo’. Che la rivoluzione non sarebbe stata soffocata se l’Ungheria avesse vinto quella Coppa Rimet.

Quell’Ungheria – da qui il titolo del libro – si andrà sfasciando. Puskas e compagni ripareranno all’estero, un po’ corrotti anche loro dai soldi occidentali e impossibilitati a tornare in patria per la purga sovietica. Puskas, nel 1958, andrà al Real Madrid, contribuendo a far vincere trofei su trofei alla Casa Blanca. Ma questa è un’altra storia. Non è un’altra storia invece la Honved, a Milano per un’amichevole contro il Milan (vittoria per 2-1) nel 1956, proprio quando la rivoluzione viene sedata con la forza. E familiari dei calciatori riparano all’estero, ricongiungendosi poi con gli uomini che hanno dato l’ultima prova di forza – tutti insieme – dietro a un pallone. Un po’ come se fosse ‘Fuga per la Vittoria’.

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