La solidarietà di Meloni a Nordio: “Lo Stato non arretra”

Giorgia Meloni, in convalescenza, ancora una volta si schiera accanto al suo ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Il Guardasigilli negli ultimi tempi è stato preso di mira dagli anarchici per la decisione di non revocare il regime di 41 bis ad Alfredo Cospito, e oggi ha ricevuto delle minacce a Lecce. La premier, su Twitter, ha ricordato che “lo Stato non arretra”.

Nordio Meloni
Carlo Nordio, il ministro della Giustizia, e Giorgia Meloni, la prima presidente del Consiglio donna della storia della Repubblica italiana – Nanopress.it

La solidarietà per Nordio non è arrivata solo da Meloni, però, anche dalle opposizioni, con Ettore Rosato in testa, hanno voluto mandare un messaggio di vicinanza al ministro, definendo quello che è successo l'”ennesimo episodio gravissimo di violenza e intimidazione verso le Istituzioni che non deve essere più tollerato“.

Meloni sta con Nordio sul caso Cospito: “Lo Stato non arretra”

Alfredo Cospito, l’anarchico detenuto dal 2012, ma dallo scorso anno, e per decisione di Marta Cartabia, la ministra della Giustizia del governo presieduto da Mario Draghi, in regime di 41 bis, ha monopolizzato, nell’ultimo periodo, l’attenzione di politici e non. Lo sciopero della fame iniziato più di cento giorni fa dal 55enne di Pescara, infatti, ha posto molte domande anche all’attuale esecutivo soprattutto sulla necessità di tenerlo ancora al cosiddetto “carcere duro”.

Cospito processo
Il processo ad Alfredo Cospito ,ideologo anarchico del Fai, al tribunale di Torino – Nanopress.it

Domande a cui ha detto la sua risposta, qualche giorno fa, l’attuale Guardasigilli, Carlo Nordio, che ha deciso che Cospito è ancora “pericoloso” e quindi non può essere spostato. Dal canto suo, il suo legale, Flavio Rossi Albertini, ha chiesto il rigetto del provvedimento portando avanti la battaglia che, giorno dopo giorno, sta debilitando sempre di più l’anarchico.

Accanto a questo, c’è stato anche un caso politico, dovuto alle informazioni, forse coperte da segreto d’ufficio, di Giovanni Donzelli avute dal suo coinquilino e compagno di partito, Andrea Delmastro Delle Vedove, e ci sono stati molti disordini dovuti principalmente alle azioni degli anarchici, in Italia, e in Europa.

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Il Guardasigilli, Carlo Nordio – Nanopress.it

Tra le minacce arrivate alle sedi diplomatiche italiane o ai giornali, la persona presa di mira più di tutti è sicuramente il ministro. Oggi, per esempio, a Lecce è apparsa una scritta in cui si definisce Nordio un boia e in cui, in rima baciata, gli si augura la morte (e non è neanche la prima volta), ma non solo perché a Bruxelles è stata imbrattata la sede della rappresentanza italiana presso l’Unione europea con messaggi in favore del pescarese. Motivo per cui Giorgia Meloni, l’attuale presidentessa del Consiglio, si è schierata al fianco dell’ex magistrato, annunciando in un tweet che “lo Stato è al loro fianco e non arretra“.

Oltre a lei, poi, accanto al ministro Nordio si è schierato un altro big di Fratelli d’Italia, nonché ministro della Difesa, Guido Crosetto, che, sempre su Twitter, ha detto: “Basta minimizzare. Bisogna vigilare. Ma lo Stato e il governo non si fanno intimidire“. In tanti, ancora, hanno mandato messaggi di solidarietà al Guardasigilli, la ministra di Forza Italia ed ex presidentessa del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati che ha parafrasato quanto detto da Meloni, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, quello della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, e l’attuale numero uno di Palazzo Madama, Ignazio La Russa, che ha rinnovato “l’invito ad abbassare i toni dello scontro politico” augurandosi che “la magistratura e le forze dell’ordine facciano presto chiarezza sulle responsabilità“.

Anche tra le fila delle opposizioni, però, hanno mostrato vicinanza al veneto. Il deputato del terzo polo Ettore Rosato, in un tweet, ha manifestato solidarietà a Nordio “per le minacce ricevute, ennesimo episodio gravissimo di violenza e intimidazione verso le Istituzioni che non deve essere più tollerato“.

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