La lista dei Paesi più colpiti dal furto di carte di credito

In Italia le regioni più colpite dal furto delle carte di credito sono Lombardia, Lazio e Campania. Questo è ciò che si legge a seguito dell’ultimo osservatorio Cyber portato a termine da Crif.

Furto carta di credito
Furto carta di credito- Nanopress.it

In cima alla lista degli Stati più soggetti al furto di carte di credito troviamo Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Brasile e India.  Oltre ad essere rubati dati sensibili delle carte di credito, nell’interesse degli hacker troviamo anche i codici fiscali, le mail, gli indirizzi, i numeri di telefono e gli username.

Le Regioni più colpite dagli hacker in Italia

Sono sempre di più le carte di credito che finiscono nel mirino dei cybercriminali. L’Italia risulta essere al quattordicesimo posto della lista degli Stati che sono più colpiti dal furto di credenziale. Questo è ciò che indica la ricerca portata a termine dall’osservatorio Cyber.

Il numero più alto di vittime è situato in Lazio con il 21,1% a cui fa seguito poi la Lombardia con il 14% e la Campania con il 7,9%. In linea di massima è possibile affermare che al Nord è presente il 37,8% di vittime mentre al Centro il 36%.

Carta di credito
Carta di credito- Nanopress.it

Per quanto riguarda le fasce di popolazione, quelle più colpite sono coloro che hanno superato i 60 anni con una percentuale pari al 25,6%, coloro che invece hanno tra i 41 e 50 anni sono colpiti dal 25,7%, mentre la fascia di età che comprende dai 51 ai 60 anni sono colpiti dal 25,4%. La maggior parte degli utenti colpiti sono di sesso maschile, una percentuale che in questo caso si aggira intorno al 63,2%.

I Paesi più colpiti dagli hacker

In cima alla lista dei Paesi più colpiti dal furto di carte di credito troviamo gli Stati Uniti seguiti poi dalla Russia, dal Regno Unito, dal Brasile e dall’India. Una classifica a cui fa seguito poi al sesto posto la Canada seguito poi dalla Francia, Spagna, Giappone e Cina. Se invece si fa un passo indietro e si volge lo sguardo ai continenti, in cima alla classifica troviamo il Nord America seguendo poi dall’Europa, Asia, Sudamerica, Africa e Oceania.

Attraverso questa ricerca è possibile venire a conoscenza del fatto che non vengono rubate soltanto le carte di credito. In Italia infatti soltanto nel 2022, i tipi di dati che molto spesso vengono rilevati all’interno di Open web sono le email, i codici fiscali, i numeri di telefono insieme ad username e all’indirizzo. In particolar modo le ultime tre voci hanno visto una crescita esponenziale a differenza dell’anno passato soprattutto se si parla del numero di telefono e dell’indirizzo.

All’interno del Dark web le credenziali che sono state più rubate sono quelle delle email. Al secondo posto troviamo poi il numero di telefono mentre all’ultimo posto troviamo il codice fiscale. In ogni caso si tratta di dati che potrebbero essere usati per portare a termine delle truffe utilizzando lo Smashing o il Fishing. Inoltre nel corso dell’ultimo anno si è trovato di fronte ad un aumento di scambio di credenziali. Infatti i cybercriminali vanno alla ricerca delle combinazioni di dati al cui interno trovare anche i numeri di telefono.

Ciò che preoccupa di più a differenza dell’anno passato è l’aumento del 10% dei furti delle carte di credito insieme ad altri dati sensibili tra cui la data di scadenza e il cvv. In totale nel 2022 sono stati ricevuti 1,6 milioni di Alert, la maggior parte provenienti dalla Dark web luogo in cui ne sono stati registrati 1,5 milioni a differenza dei 106.000 Alert provenienti dall’open web.

Furto dei dati di una carta di credito
Furto dei dati di una carta di credito- Nanopress.it

Anche se il numero di avvisi sembra essere in diminuzione, l’Osservatorio Crif ha sottolineato che gli alert ricevuti nel 2022 sono molto più gravi a differenza di quelli del 2021. Infatti si è assistito ad un aumento degli Alert riguardo al recupero di account compromessi insieme a quello di codice fiscale e numero di telefono. Soltanto in Italia gli avvisi inviati agli utenti all’interno del Dark web è pari all’83,7%, mentre soltanto il 16% degli utenti è stato allertato per dati ritrovati sul web pubblico.

A questo riguardo, l’executive director di Grief, Beatrice Rubini, ha affermato “Le motivazioni di questo aumento vanno ricercate anche nell’attuale situazione geopolitica, che vede un’intensa attività non solo sui campi di battaglia fisici ma anche in quelli virtuali, la cosiddetta cyberwar”.  Inoltre Rubini aggiunge che le aziende insieme ai consumatori risultano essere sempre di più al centro del mirino dei cybercriminali che compiono degli attacchi il cui scopo è quello di creare danni e rubare dati provocando dei conseguenze molto gravi sia a livello di reputazione che a livello economico.

Nella maggior parte dei casi utilizzano attacchi di ransomware o phishing portati a termine sia verso organizzazioni che persone. Rubini conclude che in tale situazione, per riuscire a proteggere i nostri dati è molto importante: “Verificare le comunicazioni che riceviamo ogni giorno prima di cliccare, e prestare molta attenzione prima di inserire i propri dati per accedere a servizi online. Un’ulteriore possibilità è rappresentata dai servizi di monitoraggio dei dati, che ci offrono un migliore controllo sull’esposizione dei nostri dati sul web” .

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