La lettera del giudice che vuole girare armato perché «lo Stato non c’è»

Pistola


Sta facendo discutere la lettera del giudice Angelo Mascolo sulla necessità di avere con sé una pistola a causa dell’inefficienza dello Stato nella lotta alla delinquenza. Si aggiunge così anche il magistrato alla lista di coloro favorevoli ad armarsi per difendersi dai criminali. La lettera del giudice ha scatenato la reazione negativa da parte dell’Associazione nazionale magistrati ma ha ottenuto il plauso di Matteo Salvini.

Lo sfogo del giudice trevigiano, pubblicato sul quotidiano La tribuna di Treviso, arriva dopo un episodio che lo ha spaventato. Qualche sera fa, infatti, Angelo Mascolo è stato inseguito mentre guidava da persone che avevano l’aria di essere dei malintenzionati. A evitare guai ci ha pensato una pattuglia dei carabinieri. «Ma se non avessi trovato nessuno? Cosa sarebbe accaduto? – si domanda Mascolo nella lettera – Il vero quesito è cosa sarebbe successo se, senza l’intervento dei carabinieri, quei due mi avessero fermato e aggredito, come chiaramente volevano fare, e io quella pistola l’avessi già avuta con me? Se avessi sparato avrei subito l’iradiddio dei processi – eccesso di difesa, la vita umana è sacra e via discorrendo – da parte di miei colleghi che giudicano a freddo e difficilmente – ed è qui il grave errore – tenendo conto dei pesanti stress di certi momenti».

Poi parte l’accusa: «Lo Stato ha perso completamente e totalmente il controllo del territorio. A qualunque latitudine, scorrazzano impunemente delinquenti di tutti i colori, nonostante gli sforzi eroici di poliziotti anziani, mal pagati e meno ancora motivati dall’alto e, diciamolo pure, anche dallo scarso rigore della magistratura. Come giudice sono autorizzato a tenere una pistola non l’ho mai fatto fino a oggi, ma adesso ho deciso di armarmi. Per sicurezza. Lo Stato è fuori controllo, darei la pistola pure a mia figlia».

L’Anm: «Sgomenti dinanzi a queste esternazioni»
Si dissocia con la minaccia di sanzioni disciplinari l’Associazione nazionale magistrati: «La giunta veneta dell’Associazione resta sgomenta dinanzi alle esternazioni pubbliche del collega Angelo Mascolo e se ne dissocia e si riserva di interessare il collegio dei probiviri per le valutazioni disciplinari. I magistrati veneti, a differenza del collega Mascolo, credono profondamente nello Stato e si impegnano ogni giorno a difenderlo e a difendere tutti i cittadini senza ricorrere alla violenza o alle forme di vendetta e omicidio che il collega Mascolo richiama a sproposito e pare anzi auspicare».
Salvini dalla parte del giudice Mascolo
D’accordo con il giudice Mascolo, come prevedibile, la Lega Nord. Matteo Salvini, vicino anche al ristoratore che aveva sparato, uccidendolo, un ladro, ha commentato la lettera su Facebook.

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