La Cina censura Winnie the Pooh: ‘Prende in giro il presidente’

I 90 anni di Winnie The Pooh, dalla penna di Milne a Disney

La Cina censura Winnie the Pooh perché prende in giro il presidente. Detta così sembra di leggere l’ennesima fake news e invece è tutto vero. Come raccontano diverse testate autorevoli, dal Financial Time alla Bbc, la scure dei censori cinesi si è abbattuta sull’orsetto che ama il miele, creato da A. A. Milne, e l’ha bandito da tutti i social network e le app in voga nel colosso asiatico. Niente meme, gif o emoticon di Winnie the Pooh su Sina Weibo, microblogging a metà strada tra Twitter e Facebook usatissimo in Cina, via le immagini dell’orsetto anche da WeChat. Il motivo? Nessuno a livello ufficiale ma sono in molti a dire che sarebbe legato al paragone non proprio lusinghiero, già apparso sul web in passato, tra Xi Jinping e l’animale di pezza che si auto descrive come “un orsetto con poco cervello che ama il miele“.

La notizia, rilanciata dal Financial Time, è stata ripresa da tutte le più autorevoli testate. “Bloccare Winnie the Pooh potrebbe sembrare una mossa bizzarra delle autorità cinesi, ma fa parte della lotta per limitare i blogger più intelligenti che aggirano la censura“, scrive il corrispondente della Bbc da Pechino.

Quello che a noi può sembrare una stranezza tale da sfiorare la bufala, non sarebbe altro che un tassello della guerra alla libertà di parodia che il web permette anche in Cina. “Povero piccolo Winnie. Cosa ha mai fatto quest’adorabile orsetto amante del miele?“, si chiede un utente su WeChat citato dal Guardian.

Secondo gli esperti, i censori del Partito Comunista saprebbero del paragone tra il presidente e Winnie the Pooh da tempo e avrebbero deciso di agire per eliminare ogni traccia anche online.

Ft, Cina censura Winnie the Pooh, prende in giro presidente

Il primo cenno è datato 2013 e risale a una foto di Jinping a fianco dell’ex presidente USA Barack Obama in cui i due leader vengono paragonati a Winnie the Pooh e Tigro, l’amico del cuore dell’orsetto.

Il secondo caso è dell’anno successivo ed è riferito a una foto del presidente cinese che stringe la mano al premier giapponese Shinzo Abe: qui il paragone è con un’immagine dell’orsetto e dell’asinello Ih Oh (Eeyore in originale).

Nel 2015 infine, secondo il portale di analisi politica Global Risk Insights, citato dal Guardian, la foto di Xi Jinping che sbuca dal tetto di un’auto durante una parata, accoppiata con un’immagine dell’auto giocattolo di Winnie the Pooh, è stata “la foto più censurata dell’anno in Cina

La censura su tutto ciò che riguarda il presidente cinese è rigidissima. I membri del Partito non solo non tollerano alcuna presa in giro ma stanno cercando di combattere anche l’abitudine di usare l’orsetto per riferirsi a Jinping, in modo da non lasciare neanche un’ombra, anche se è quella di un personaggio di fantasia per bambini.

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