La bambina di pietra è morta, ma si moltiplicano gli sciacalli e le truffe a suo nome

Addio a Bea, il suo corpo come un'armatura per una malattia rarissima

[didascalia fornitore=”ansa”]Beatrice Naso[/didascalia]

La piccola Beatrice Naso, conosciuta da tutti come ‘la bambina di pietra’, è morta lo scorso 14 febbraio: aveva 8 anni ed era affetta da una rarissima malattia genetica, per cui ogni tessuto intorno alle sue ossa si calcificava, creando una sorta di secondo scheletro di pietra appunto. La piccola Beatrice sembra però non aver trovato pace neppure nella morte: da giorni nei negozi di Nichelino e Comuni limitrofi arrivano telefonate di sciacalli che millantano di raccogliere fondi per aiutare la bambina di pietra.

Alcuni negozi di Nichelino hanno denunciato pubblicamente l’accaduto: come riporta Torino Today, la voce al telefono diceva di chiamare dal Regina Margherita, l’ospedale infantile. Spiegava che la piccola Bea era in gravi condizioni e aveva bisogno di cure e quindi di denaro: ‘Aiutiamo la piccola Bea, si è aggravata, dateci 30 euro’. La famiglia Naso contattata per l’accaduto ha smentito fermamente di aver attivato raccolte fondi di ogni sorta, anzi in caso di telefonate di tale natura inviano i cittadini a ‘denunciare immediatamente il fatto alla polizia, ai Carabinieri o alla polizia municipale e denunciare l’accaduto’.

‘Chi sfrutta la malattia di una bimba che non c’è più per speculare va denunciato’, ha aggiunto la famiglia di Beatrice difendendo il nome e il ricordo della loro piccola bambina di pietra.

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