Islam, Isis e terrorismo: non facciamo il gioco dei violenti

not in my name manifestazione a Parigi dei musulmani

Islam e terrorismo non sono sinonimi, Islam e Isis sono due cose differenti. In questi giorni drammatici l’equivalenza fra religione islamica e atti disumani e assassini viene nuovamente riproposta da razzisti, anime semplici e ignoranti vari che non capiscono che così fanno esattamente il gioco del Califfato, che vuole lo scontro totale fra mondo occidentale e Islam. Leggete questo articolo e condividetelo sulla bacheca di quel vostro amico guerrafondaio che in queste ore sta regalando like ai post del suo intellettuale di riferimento, Matteo Salvini.

Islam = Isis

La maggior parte delle vittime dell’Isis sono proprio quegli islamici che combattono contro i miliziani in Siria, Iraq ed Egitto. Per ogni cristiano che viene ucciso nel mondo dal terrorismo islamico, cadono almeno altri cento musulmani. Raccontiamolo a chi propone come un mantra l’equazione Islam = Isis.

Siamo in guerra, lo sapevate?

Quello che è accaduto a Parigi è un atto di guerra. Noi occidentali non siamo vittime dell’odio integralista solo perché siamo nel mirino di pazzi invasati. Ci troviamo nel bel mezzo di una guerra che dura da anni. Ad ogni bombardamento occidentale corrisponde una strage contro i cristiani d’Africa o contro obiettivi europei o nordamericani.
Sapevate che la guerra in Afghanistan non è ancora finita? Vi rinfresco la memoria: meno di un mese dopo la strage dell’11 settembre in cui morirono quasi 3mila persone, una coalizione occidentale invase l’Afghanistan. La prima parte della guerra si concluse il 28 dicembre 2014, dopo 13 anni di conflitto. Dall’1 gennaio di quest’anno l’Afghanistan è occupato da un contingente ridotto formato per lo più da soldati americani, con funzioni di formazione e supporto. Di fatto è la guerra più lunga che l’esercito americano si sia trovato a fronteggiare. Durante questi lunghi anni la popolazione civile ha pagato un prezzo altissimo: solo nel primo anno di conflitto le bombe a stelle e strisce hanno causato fra i 1.000 e i 5.000 morti civili. Non c’è certezza dei dati, perché i vari studi in materia risentono della mancanza di censimenti ufficiali e delle influenze della stampa locale, fortemente condizionata dai talebani.
Per questo, dopo 13 anni di conflitto, la conta dei morti civili oscilla fra un minimo di 140mila e un massimo di 340mila vittime. Questo per parlare solo dell’Afghanistan e tacendo di Libia ed Iraq.

Prendere le distanze

Molti musulmani moderati stanno prendendo le distanze dall’Isis, aderendo a campagne social o scendendo in strada a manifestare.
Si tratta di atti bellissimi e spontanei. Al contrario invitare, come stanno facendo in molti in queste ore, i musulmani a prendere le distanze dall’Isis è offensivo, perché equivale a chiedere ai napoletani di prendere le distanze dalla camorra. Chi scrive è siciliano. Nessuno mi ha invitato a prendere le distanze da Cosa Nostra quando furono uccisi Falcone e Borsellino. Una persona per bene sa di esserlo, non deve dimostrarlo.

Sono come tu mi vuoi

Trattate qualcuno come una bestia e costui finirà col sentirsi una bestia. E da bestia agirà. In Europa ci sono fra i 20 e i 30 milioni di musulmani. Ghettizzarli, sospettare di loro, ridicolizzarli, attaccarli, emarginarli significa incoraggiarli ad assumere posizioni radicali. Se un ragazzo di origine musulmana si vede tagliato fuori dal sogno di una vita normale come quella dei suoi coetanei con la pelle chiara, inizierà a odiare la società che lo discrimina.

Oriana Fallaci aveva ragione

Potreste smetterla immediatamente di condividere frasi a casaccio tratte dai libri e dagli articoli di Oriana Fallaci? Primo perché è imbarazzante, visto che il 90% di voi non tiene un libro in mano da almeno vent’anni. Secondo perché Oriana Fallaci ha raccontato di un Occidente sfregiato e violentato dalla follia islamica. Ma è proprio così? O si tratta di un contesto più ampio in cui nessuno degli attori in gioco è innocente? Le bombe sul Medio Oriente le abbiamo sganciate noi, e continuiamo a farlo. Sono decenni che gli Stati Uniti cercano di influenzare gli equilibri politici di quei paesi per proprio tornaconto. Quello a cui stiamo assistendo è un match di boxe dove ad ogni colpo inferto ne corrisponde uno ricevuto.
Bombardare dopo aver subito un attentato serve solo a fomentare altro odio. Il terrorismo non si risolve con i droni. Occhio per occhio e il mondo diventa cieco.

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