Isis, rapporto choc dell’ONU: ‘Bambini uccisi, stuprati e crocifissi’

Bambini uccisi, decapitati, crocifissi, stuprati, venduti come schiavi e perfino sepolti vivi. L’ultimo terribile elenco degli orrori dell’Isis arriva dal rapporto choc presentato a Ginevra dal Comitato Onu sui Diritti del Bambino. Una lista a cui si stenta a credere se non avesse la firma delle Nazioni Unite che hanno raccolto le prove ascoltando anche testimoni diretti sui crimini commessi dagli jihadisti al comando di Abu Bakr al-Baghdadi. Dal rapporto emergono anche esecuzioni di massa di minorenni, con i sopravvissuti che vengono venduti come schiavi con tanto di etichette con il prezzo, come già accade per le donne.

Renate Winter, esperto del Comitato Onu e autore del rapporto, conferma che ci sono “altri tipi di violenze inflitte ai bambini”: i piccoli “vengono usati come soldati e condizionati fino al punto da convincerli a diventare attentatori suicidi”, adoperati come informatori o scudi umani. Si parla di bambini e ragazzi di ogni età che subiscono ogni genere di violenza, fino alla morte.

Decapitazioni, crocifissioni, in alcuni casi i minori vengono sepolti vivi: tantissimi i casi di violenza sessuale durante la prigionia o “l’addestramento”. Ad aggiungere altro orrore, ci sono episodi di genitori che “hanno dovuto consegnare i figli o hanno dovuto assistere alla loro esecuzione”.

A farne le spese sono soprattutto i bambini delle minoranze come i curdi, i cristiani e gli yazidi, gruppo che già subisce l’orrore delle schiave del sesso. Tutto fa parte del piano di al-Baghdadi teso a reprimere ogni minoranzaprivandola di ogni cosa”, spiega il rapporto.

Per questo, concludono gli esperti, è necessario che il governo iracheno “intervenga per salvare i bambini nelle mani dello Stato Islamico”, anche con operazioni militari di terra nel Nord del Paese. Le violenze sui minori avvengono anche nelle zone della Siria sotto il comando degli jihadisti, ma l’Onu non si è rivolto direttamente a Bashar Assad per non legittimare il regime, già sotto inchiesta per i crimini commessi prima dell’avvento dell’Isis.

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