Iran: tre persone condannate a morte a causa delle forti proteste

Decine di persone ogni giorno rischiano di morire a causa delle proteste in Iran: altre tre persone sono state condannate, dopo uno scontro con le forze dell’ordine.

Manifesto in ricordo dei condannati in Iran
Manifesto in ricordo dei condannati in Iran – Nanopress.it

Continuano i disordini in Iran, ormai in corso da mesi, una vera e propria guerra civile, scatenata dalla morte della giovane Mahsa Amini lo scorso settembre, arrestata perché non portava il velo nel modo giusto.

Da allora, il Paese è in sommossa, il popolo iraniano si ribella per i diritti civili, ma molte persone stanno rischiano la vita, condannate a morte.

Iran: tre uomini condannati a morte, ecco perché

Le severe punizioni in Iran per tutti i manifestanti non si fermano: ormai da mesi vanno avanti numerose manifestazioni, anche violente, che il popolo mette in atto per riconquistare i diritti civili ormai persi.

Proteste per l'Iran
Proteste per l’Iran – Nanopress.it

La notizia di oggi è che altri tre uomini sono stati condannati a morte in Iran, accusate di aver ucciso alcuni membri delle forze di sicurezza di Isfahan.

Si tratta di Saleh Mirhashemi Baltaghi, Majid Kazemi Sheikhshabani e Saeed Yaghoubi Kordsofla che sono stati accusati di attacco terroristico armato.

Tutti e tre sono stati condannati alla pena capitale chiamata “Muharebeh”, ovvero l'”inimicizia contro Dio”, per aver contribuito alla poca sicurezza del Paese.

Ma non sono gli unici ad essere stati condannati per le proteste in questi ultimi giorni: infatti, ieri mattina all’alba, altre due persone sono state condannate, due giovani manifestanti iraniani.

Loro avevano la colpa di aver ucciso un paramilitare a Karaj due mesi fa, entrambi di soli vent’anni. Sono stati arrestati lo scorso novembre e, dopo due mesi, sono stati impiccati.

Il presidente iraniano contro Charlie Hebdo

Dall’Iran continuano ad arrivare notizie, ormai da mesi, dovute alle manifestazioni e alle proteste per la libertà e i diritti civili.

Tutto è iniziato dopo la morte “misteriosa” di Mahsa Amini, arrestata mentre era in vacanza a Teheran con la famiglia, solo per avere il velo fuori posto.

Dopo essere stata portata in prigione, è morta qualche ora dopo, a quanto pare maltrattata e molestata dalle forze dell’ordine.

Questo tragico episodio ha scatenato numerose proteste da parte delle donne e degli uomini iraniani, che lottano ora per i loro diritti.

La situazione in Iran, diventata ormai davvero estrema, ha sconvolto l’intera opinione pubblica mondiale, tanto che se ne parla ormai ovunque dallo scorso settembre.

Anche il famoso settimanale satirico francese Charlie Hebdo ha pubblicato, in questa settimana, vignette con la così detta “Guida suprema iraniana Ali Khamenei”, facendo infuriare i vertici islamici.

Infatti, il presidente iraniano Ebrahim Raisi, come ha riportato Irna, ha rilasciato una dichiarazione in merito, affermando che la rivista francese insulta l’Iran:

Ricorrere ad insulti con il pretesto della libertà prova chiaramente l’assurdità della logica di coloro che offendono e la loro disperazione nel trovare soddisfazione dalla cospirazione del caos e dell’insicurezza in Iran

Intanto, anche in Italia continuano le manifestazione a sostegno del popolo dell’Iran: la comunità iraniana di Roma e di Torino è scesa in piazza, seguita da tantissime altre persone, per protestare.

Insieme per l’Iran, per i diritti civili e contro le impiccagioni di queste settimane, che si sono susseguite e continueranno, purtroppo, ad arrivare visti i disordini ancora in corso.

 

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