Infertilità maschile: una nuova speranza dalla microchirurgia

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Contro l’infertilità maschile una nuova speranza dettata dalla microchirurgia. E’ stata messa a punto la tecnica chiamata MicroTESE, che sarebbe capace di agire nei casi di azoospermia provocata da cause non ostruttive. Si tratta della condizione in cui non ci sono spermatozoi nel liquido seminale, anche se non ci sono ostacoli evidenti. La tecnica agisce contro questa patologia che interessa circa il 10% degli uomini che soffrono di infertilità. Attraverso la MicroTESE sarebbe possibile recuperare gli spermatozoi dal tessuto testicolare, per poi utilizzarli nella fecondazione assistita.

Gli esperti affermano che il successo di questa tecnica è pari al 64%, perché il lavoro eseguito è molto sofisticato e avviene attraverso l’uso di un particolare microscopio. L’intervento viene solitamente effettuato in day hospital. Anche se implica circa un’ora e mezza per testicolo, il trauma riportato nel tessuto sarebbe minimo. Al paziente viene richiesto soltanto un giorno di riposo. La MicroTESE è stata inventata da Peter Schlegel alla fine del secolo scorso negli Stati Uniti.

Via via nel tempo la tecnica è stata affinata e ha riportato sempre più successi nel corso del tempo. Si calcola che questo intervento di microchirurgia abbia aumentato le speranze di diventare padri di oltre il 50%. Gli esperti che praticano la MicroTESE continuano nel loro lavoro che ha anche l’obiettivo di migliorare continuamente i successi riportati. Il punto fondamentale, infatti, è che nella MicroTESE la ricerca degli spermatozoi non viene eseguita a caso, ma, proprio attraverso continue opportunità di affinamento della tecnica, quest’ultima potrebbe diventare un’opportunità all’avanguardia.

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