Inchiesta rifiuti a Roma: dal re della monnezza Manlio Cerroni al ruolo di Paola Muraro

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Anche se la vicenda è complessa proviamo a dare una rapida spiegazione dei punti principali dell’inchiesta dei rifiuti a Roma, da dove nasce, come sta procedendo e chi sono le persone coinvolte, da Paola Muraro a Manlio Cerroni passando per Giovanni Fiscon e Franco Panzironi. La questione rifiuti preoccupa la giunta di Virginia Raggi, la pentastellata sindaca di Roma che si trova in mezzo alle polemiche e sotto l’attacco della minoranza. Ma che soprattutto dovrà risolvere la difficile situazione di criticità in cui vivono i cittadini di Roma costretti a convivere con la spazzatura in strada.

LE INDAGINI SU PAOLA MURARO, LA QUERELA A RENZI
L’ex assessore all’Ambiente capitolina voluta dal Movimento Cinque Stelle, Paola Muraro è stata indagata dalla Procura di Roma nell’ambito dell’inchiesta sulle consulenze alla municipalizzata. L’accusa è abuso d’ufficio. Insieme a lei ci sono Giovanni Fiscon, direttore generale di Ama, già imputato nel processo “Mafia Capitale“, e Franco Panzironi, altro ex vertice (amministratore delegato) di Ama. Nonostante la Muraro non sia coinvolta direttamente in Mafia Capitale, pare abbia in realtà ottenuto consulenze milionarie proprio da Fiscon e Panzironi. Muraro ha pure querelato il premierMatteo Renzi, a causa degli indebiti accostamenti tra Mafia Capitale e la mia persona da lui formulati”.

LA CHIUSURA DI MALAGROTTA
La gestione dei rifiuti a Roma è sempre stata difficile, dato che per anni e nonostante le prescrizioni dell’Unione europea– precisamente dal 1974 al 2013 – i rifiuti di Roma sono stati gettati nella buca di Malagrotta, la più grande d’Europa, di proprietà di Manlio Cerroni. Dal primo ottobre 2013, quando l’allora sindaco Ignazio Marino chiuse definitivamente i 240 ettari della discarica di Malagrotta, è iniziato invece il lungo viaggio dell’immondizia romana. Ad esempio la plastica finisce in Lombardia, gli scarti leggeri e pesanti del cdr (il combustibile da rifiuto) vengono trasportati in Abruzzo o in Emilia Romagna. La Fos (frazione organica stabilizzata) viaggia fino a Taranto e in provincia di Brescia. Roma produce oltre 5.000 tonnellate di immondizia. Di queste, oltre tremila sono rifiuti indifferenziati. Per compostare l’umido (seicento tonnellate all’anno), la Capitale ha solo un impianto a Maccarese, evidentemente troppo poco per far fronte alle esigenze della metropoli italiana.

IL TRITOVAGLIATORE DI ROCCA CENCIA
La crisi rifiuti a Roma è stata provocata anche dal blocco di un impianto in cui l’AMA portava 300 tonnellate di spazzatura al giorno. Tra l’assessore Paola Muraro e Daniele Fortini, presidente dimissionario di AMA, nei giorni scorsi è esplosa la questione del tritovagliatore di Rocca Cencia. Muraro ha chiesto spiegazioni su questo: “Perché quell’impianto, messo a disposizione di Roma Capitale con una delibera di giunta regionale, non viene utilizzato da AMA?”. Va ricordato che anche tale impianto è di proprietà di Manlio Cerroni – rinominato l’ottavo re di Roma – sotto processo sia per traffico illecito di rifiuti e truffa e, in un altro procedimento, di disastro ambientale e avvelenamento delle acque. Anche l’iter autorizzato del tritovagliatore è sotto inchiesta.

LE OMBRE SULLA GESTIONE DEI RIFIUTI A ROMA
Per gestire i rifiuti senza discarica, il nuovo assessore all’ambiente Paola Muraro avrebbe deciso di utilizzare in maniera più intensiva una serie di impianti per il trattamento rifiuti, tutti e quattro di proprietà del solito Manlio Cerroni, due dei quali affittati all’AMA. La procura di Roma sospetta che in passato questi impianti siano stati sottoutilizzati rispetto alle loro capacità, forse con la complicità di esponenti dell’AMA, proprio per favorire Cerroni. Al momento, ricordiamo, è in corso un’indagine per truffa. L’opposizione ha accusato Muraro di non essere estranea a questa indagine, perché per 12 anni è stata consulente di AMA, e fino allo scorso 30 giugno il suo ruolo riguardava proprio il controllo degli impianti indagati.

LE INDAGINI
Manlio Cerroni è da tutti considerato l’imperatore dei rifiuti a Roma, ed è imputato in diversi filoni dell’inchiesta per la gestione della spazzatura nella capitale. Suo socio nella società Gesenu e in altre aziende del gruppo è Noto La Diega, già coordinatore per il monitoraggio ambientale della discarica romana di Malagrotta. Insieme a Paola Muraro, l’assessora all’ambiente della giunta Raggi, figura nel comitato tecnico-scientifico di Ecomondo 2016, la ”piattaforma tecnologica per la Green e Circular Economy nell’area Euro-Mediterranea”. Diversi pubblici ministeri pensano che nel suo ruolo di consulente di Ama, ricoperto per ben 12 anni (dal 2004 al giugno 2016), Paola Muraro abbia favorito le aziende private danneggiando la stessa municipalizzata. Ma a far discutere c’è anche il passato di Muraro da consulente in Impregilo (dal 2002 al 2005), l’impresa che si occupò di costruire gli impianti in Campania. I vertici di Impregilo, così come del commissariato di governo, sono finiti anche sotto processo per quella gestione, ma sono stati assolti, anche se la Procura di Napoli ha presentato ricorso. Muraro non fu mai indagata in quell’inchiesta, anzi fu sentita come teste d’accusa. Ma ora proprio Muraro è diventata una brutta ”gatta da pelare” per la giunta Raggi e per Roma, una città che non riesce a mettersi alle spalle il problema della gestione dei rifiuti.

LE ACCUSE A PAOLA MURARO
Paola Muraro avrebbe insomma favorito Manlio Cerroni, il ras delle discariche romane che da trent’anni gestisce il trattamento dei rifiuti a Roma. Per i pm che seguono l’inchiesta sarebbe stata proprio la Muraro a dirottare negli impianti di Cerroni, che ha un budget di 150 milioni di euro l’anno, i rifiuti da trasformare in Tmb (trattamento meccanico biologico), certificando che gli impianti Ama di Rocca Cencia e salaria, fossero già colmi. Come riporta Il Messaggero è una delle ipotesi su cui sta indagando la procura in uno dei filoni di inchiesta legato allo smaltimento dei rifiuti. Nei confronti della Muraro i pm contesterebbero i reati di abuso d’ufficio e irregolarità nelle norme sull’ambiente. Dagli atti emergerebbe che nel periodo in cui la Muraro è stata consulente, gli impianti della municipalizzata avrebbero funzionato con capacità ridotte, mentre gli scarti erano dirottati nelle strutture di Cerroni. Il secondo tema trattato dagli inquirenti è il contratto decennale che nel 2012 ha impegnato Ama a conferire i rifiuti solidi urbani negli stabilimenti di Malagrotta, un atto esaminato dal cda dell’Ama e mai approvato. In quest’indagine risulta indagato per traffico illecito di rifiuti anche Cerroni. Infine, c’è anche un terzo aspetto, la Muraro aveva anche il compito di controllare il rispetto delle normative internazionali in materia di smaltimento, dalle perizie però sarebbe emerso che le frazioni di rifiuto trasformate alla fine del processo di trattamento erano difformi rispetto a quanto prescritto e certificato dalla consulente. Adesso bisognerà scoprire e verificare se Muraro abbia tratto vantaggi. In questo caso rischierebbe anche l’accusa di corruzione.

LA NUOVA TEGOLA, I RAPPORTI CON GLI UOMINI DI MAFIA CAPITALE
Il 30 settembre 2016 i giornali rimandano sulle prime pagine una nuova notizia che riguarda Paola Muraro: è indagata anche per abuso di ufficio con Franco Panzironi e con l’ex dg di Ama Giovanni Fiscon, uomo già coinvolto e imputato nell’inchiesta di Mafia Capitale. Secondo alcune intercettazioni telefoniche effettuate da parte dei carabinieri, fu l’allora direttore generale di Ama (Fiscon, appunto) a siglare i contratti di consulenza di Paola Muraro con la municipalizzata. Oltre agli incarichi annuali esistono però, secondo la pubblica accusa, molte altre consulenze sospette. Altre centinaia di migliaia di euro sarebbero stati assegnati per incarichi che avrebbero potuto essere svolti da dipendenti Ama. Come i 50 mila euro concessi nel 2013 da Fiscon alla Muraro per la bonifica dell’area ponte Malnone, discarica di rifiuti ospedalieri allagata in seguito ad un’alluvione. Ma s parla anche di 160 mila euro andati in mano alla Muraro per l’accordo tra Ama e Cerroni, mentre Panzironi l’avrebbe favorita conferendole il progetto sull’impianto di trattamento rifiuti di Trento. E se dietro gli incarichi assegnati da Fiscon ci sarebbe la relazione con la Muraro, ad orientare Panzironi verso la donna sarebbe stato lo studio legale Sammarco. Qui nel 2010 l’ex capo di Ama creò la società di consulenza Hrg la cui presidente era l’attuale sindaca Virginia Raggi.

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