Immigrazione, dalla Polonia la copertina choc dello stupro che fa scandalo

copertina settimanale polacco

“Lo stupro islamico dell’Europa”. Al centro, la foto di una ragazza aggredita da mani scure. Così il mensile polacco wSieci è uscito in edicola: l’edizione è dedicata a quello che la giornalista Aleksandra Rybinska definisce come la “guerra tra Europa e Islam da ben 14 secoli”. A sostegno della tesi, vengono citati negli articoli i fatti di Colonia e una presunta “invasione” dei musulmani su suolo europeo. Colpa, dicono i giornalisti, della politica di Angela Merkel, che favorirebbe le “lobby tedesche” con la politica di apertura ai migranti: in pratica la cancelliera vorrebbe gli immigrati come manodopera a basso costo per le fabbriche tedesche. La copertina ha fatto scalpore e ha valicato i confini della Polonia, generando non poche polemiche.

La scelta editoriale di wSieci non è piaciuta al web. Ronan Burtenshaw, giornalista irlandese, ha postato l’immagine di un manifesto della propaganda fascista molto simile, con un uomo di colore che tenta di stuprare una donna bianca.

La copertina del magazine polacco è orrenda per una serie di motivazioni. Iniziamo dal contenuto, il presunto “stupro islamico dell’Europa”. La Polonia ha scelto l’estrema destra alle ultime elezioni e la politica in tema di immigrazione ne ha risentito. Con Ungheria (che ha costruito il muro anti migranti), Slovacchia, Repubblica Ceca, Macedonia e Bulgaria, forma il “fronte dell’Est” in Europa sul tema immigrazione, contrapposto al blocco Italia-Germania. Le divisioni a Bruxelles su questo tema sono trasversali e anche l’ultimo consiglio UE lo dimostra, con l’attacco di Victor Orban a Renzi sulle quote e i fondi UE.

Non ci sarebbe molto da meravigliarsi dunque, per la scelta del mensile che riflette quanto accade nella società polacca. Come ricorda il Corriere della Sera, un recente sondaggio vede il 53% dei polacchi contrario ad accogliere i rifugiati, soprattutto quelli in arrivo da Africa e Medio Oriente (63%).

Quello che però stupisce e fa rabbia è l’uso dello stupro per mandare un messaggio politico, tra l’altro con scopi biechi. Il fatto che la cattolicissima Polonia sia del tutto sorda agli appelli di Papa Francesco, che chiede ponti e non muri per i migranti, fa specie. Forse le parole del Santo Padre andavano bene solo se era polacco (leggi Wojtyla) ed erano contro il comunismo? Pare di sì.

Che la Germania venga additata come il Male assoluto perché apre agli immigrati fa venire i brividi perché ribalta 50 anni di storia. I polacchi hanno vissuto gli orrori del nazismo: si sono dimenticati delle campagne antisemitiche? Se in quella copertina sostituiamo a “Islam” la parola “ebreo”, ecco che la memoria storica viene gettata via come carta straccia.

Usare poi lo stupro come arma politica è vergognoso. Quei giornalisti (come anche parte dei nostri e alcuni politici), vogliono far passare i musulmani come stupratori seriali, bestie sessuali che, come vedono una donna, impazziscono e diventano pericolosi. Le differenze culturali ci sono. In Occidente, in teoria, il rispetto della donna è un dato di fatto. Non abbiamo bisogno di mettere cartelli per il “divieto di palpeggio” nelle piscine, ma da qui a dire che gli uomini occidentali sono più maturi dei musulmani ne passa. Prova ne sono le sentenze ignobili che ogni tanto la magistratura (italiana) ci regala, le molestie, i femminicidi, gli stupri e le violenze che, ricordiamo, avvengono per la maggior parte dei casi da parte di mariti, compagni, ex, tra le mura di casa.

Lo stupro è sempre e solo violenza e non ha alcuna giustificazione “razziale”: è l’azione di un codardo che usa la forza contro una donna. Lo fanno i cattolici, i musulmani, gli induisti, i protestanti, insomma tutti. Sbattere la violenza sulle donne in prima pagina per fare propaganda razzista è ignobile. È contro le donne, quelle che l’Occidente si pregia di difendere e rispettare: lede la dignità di ogni persona che ha subito violenze e non ci rende certo migliori dei “barbari”.

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