Imam espulso a Treviso: aveva rifiutato di giurare sulla Costituzione italiana

Brescia, reportage alla Moschea del Centro Culturale islamico

A Treviso è stato espulso un imam marocchino che al momento di prestare giuramento sulla Costituzione e completare l’iter per ricevere la cittadinanza italiana non si è presentato. A darne notizia è il Ministro dell’Interno Angelino Alfano con una nota. L’uomo era arrivato in Italia nel 1998 è sposato e ha tre figli.

“Con un’altra espulsione, nella tarda serata di ieri, e’ stato allontanato, per motivi di sicurezza dello Stato, con volo Fiumicino -Casablanca, un marocchino di 33 anni, segretario della Comunita’ islamica di Treviso e provincia, oltre che, in assenza del titolare, ‘imam supplente'”, ha riferito il ministro dell’Interno, Angelino Alfano. “Prestiamo grande attenzione all’attività di esponenti religiosi che, se in contrasto con le nostre leggi e se ostili alle nostre tradizioni, possono condizionare e orientare negativamente i loro fedeli, alimentando sentimenti di odio e di violenza – ha aggiunto Alfano -, in particolare, questa persona si era rifiutata di prestare giuramento per il conferimento della cittadinanza italiana”.
L’imam aveva avviato nel 2013 le pratiche per ottenere la cittadinanza italiana dopo quindici anni trascorsi nella città veneta senza compiere mai alcun reato o aver mai mostrato comportamenti di estremismo religioso. La domanda per ottenere la cittadinanza era stata accettata, ma l’uomo non si è presentato il giorno in cui avrebbe dovuto giurare sulla Costituzione, una scelta che ha insospettito la Digos. L’imam avrebbe preso la decisione sulla base dell’incompatibilità tra i precetti salafiti e la Costituzione italiana. “In linea con questi sentimenti di avversione verso le nostre regole – precisa Alfano – ha disprezzato i principi fondanti la nostra Costituzione e ha invitato persino i suoi familiari e i suoi conoscenti a rifiutare la cittadinanza italiana, proprio come lui aveva fatto”.
“Prestiamo grande attenzione all’attività di esponenti religiosi che, se in contrasto con le nostre leggi e se ostili alle nostre tradizioni, possono condizionare e orientare negativamente i loro fedeli, alimentando sentimenti di odio e di violenza”, conclude il Ministro.

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