Il presidente Mattarella celebra Don Milani a Barbiana: “Un grande italiano”

Oggi il Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella ha fatto un discorso in onore di Don Milani a Barbiana, l’ecclesiastico morto a soli 44 anni per un brutto male. La visita del capo dello Stato è storica, in quanto la prima da 100 anni a questa parte nella cittadina che ha dato i natali al prete. Nel 2017, Papa Francesco aveva fatto visita al paese dove venne trasferito Don Milani, dove avrebbe reso la sua eredità intellettuale, oggi conosciuta da tutti. 

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Sergio Mattarella – Nanopress.it

Oggi il Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella ha tenuto un discorso a Barbiana, paese del Mugello, ricordando Don Milani, l’ecclesiastico morto nel 1967 per un brutto male di cui soffriva. È la prima volta per un capo dello Stato nella cittadina, già visitata da Papa Francesco nel 2017. Mattarella ha fatto un accenno a quanto accaduto al Salone del Libro di Torino nei riguardi del ministro della Famiglia Roccella, e si è quindi soffermato sulla questione scuola.

Sergio Mattarella va a Barbiana: il suo discorso tra Roccella e il ruolo della scuola

Oggi sono 100, gli anni passati dalla nascita di Lorenzo Milani, noto come Don Milani, nato il 27 maggio del 1923. “Ricordiamo oggi, nel centenario della nascita, don Lorenzo Milani. È stato anzitutto un maestro. Un educatore. Guida per i giovani che sono cresciuti con lui nella scuola popolare di Calenzano prima, e di Barbiana poi” ha detto Mattarella.

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Sergio Mattarella durante il discorso a Barbiana – Nanopress.it

“La scuola di Barbiana durava tutto il giorno. Cercava di infondere la voglia di imparare, la disponibilità a lavorare insieme agli altri. Cercava di instaurare l’abitudine a osservare le cose del mondo con spirito critico. Senza sottrarsi mai al confronto, senza pretendere di mettere a tacere qualcuno, tanto meno un libro o la sua presentazione. Insomma, invitava a saper discernere” ha poi aggiunto Mattarella, facendo un chiaro riferimento alla recente protesta accaduta al Salone del Libro di Torino contro la ministra Roccella.

“Essere stato un segno di contraddizione, anche urticante, significa che non è passato invano fra noi ma, al contrario, ha adempiuto alla funzione che più gli stava a cuore: fare crescere le persone, fare crescere il loro senso critico, dare davvero sbocco alle ansie che hanno accompagnato, dalla scelta repubblicana, la nuova Italia” ha detto poi il Presidente, parlando di Don Milani.

“invitava a saper discernere. Quel primato della coscienza responsabile, che spinse don Milani a rivolgere una lettera ai cappellani militari, alla quale venne dato il titolo “l’obbedienza non è più una virtù” e che contribuì ad aprire la strada a una lettura del testo costituzionale in materia di difesa della Patria per il riconoscimento dell’obiezione di coscienza” ha poi detto Mattarella.

Con il nome di “scuola di Barbiana”, all’epoca Don Milani diede il via al testo “Lettera una professoressa”, che sarebbe diventato poi un testo chiave della contestazione studentesca del ’68. L’importanza di Don Milani è stata riconosciuta dalla Chiesa cattolica dopo molti anni, suggellata dalla visita del Papa nel 2017, il primo, Papa Francesco, ad aver visitato la cittadina dove per tanti anni lavorò il prete.

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