Il liceo classico e il mito (ingannevole) dell’elasticità mentale

Cervello

[didascalia fornitore=”altro”]Foto di ESB Professional/Shutterstock.com[/didascalia]

Fra poco più di un mese ricomincia la scuola e migliaia di adolescenti più o meno brufolosi finiranno fra i banchi di qualche liceo classico. E anche quest’anno migliaia di genitori tireranno in ballo i vantaggi dell’elasticità mentale per giustificare la scelta di avere spinto i propri pargoli verso il classico. Nel 2018 l’umanità ha davvero bisogno di scrollarsi di dosso tutte le narcisistiche ed elitarie mistificazioni sull’elasticità mentale.

Che i genitori continuino pure a iscrivere i figli al classico per i motivi che ritengono validi, ma non voglio mai più sentir parlare di “elasticità mentale”. Ho fatto il classico, dunque parlo con cognizione di causa. Negli anni diversi personaggi mi hanno raccontato quali attività, secondo il loro personale giudizio, contribuirebbero ad aumentare l’elasticità mentale:

  • per uno dei miei maestri di chitarra suonare una sei corde mi avrebbe garantito una maggiore elasticità mentale;
  • per un amico pianista l’unico strumento in grado di aumentare l’elasticità mentale sarebbe il pianoforte, dal momento che la mano sinistra e la mano destra suonano in maniera indipendente;
  • per un docente di informatica che ho incrociato l’elasticità mentale sarebbe garantita dalla programmazione dei codici ogni qualvolta si riesca ad aggirare un problema informatico con una soluzione creativa;
  • per una prof di matematica che mi ha peggiorato la vita saper fare a mente calcoli in complicate equazioni aumenterebbe in maniera vertiginosa l’elasticità mentale;
  • per la mia prof del ginnasio tradurre dal latino sarebbe una ginnastica per il cervello che aumenterebbe esponenzialmente l’elasticità mentale;
  • la stessa prof sosteneva che tradurre dall’italiano al latino avrebbe messo il turbo alla mente;
  • un prof che mi dava lezioni private sosteneva invece che tradurre dal greco sarebbe un vero orgasmo per il cervello (l’enfasi è mia)
  • per una prof d’inglese l’essere perfettamente bilingue sarebbe la prova di una grande elasticità mentale;
  • un’altra prof si spingeva oltre e affermava che il top dell’elasticità mentale si raggiunge solo padroneggiando ad alti livelli almeno tre lingue.

Dunque il top del top dell’elasticità mentale è rappresentata da un diplomato al liceo classico, polistrumentista, poliglotta e nerd. Un soggetto simile avrebbe una mente talmente elastica da riuscire a cavarsela fuori dal naso per poi appallottolarla e palleggiare.

Mi sfugge tuttavia il metro attraverso il quale si possa misurare l’elasticità mentale. In generale i test per l’elasticità mentale vedono favorite le persone che escono dal classico perché si tratta di prove da svolgere col sedere incollato alla sedia e basate su parole, numeri e logica. Tutte cose, cioè, che rientrano abbondantemente nell’esperienza di un diplomato al liceo classico.

Eppure sono sicuro che si possa dimostrare l’elasticità mentale di un soggetto sottoponendolo a delle prove di natura diversa, per esempio dando un’armonica diatonica in chiave di SOL ad un armonicista abituato a suonare esclusivamente in chiave di DO e vedendo cosa ne esce fuori. Oppure chiedendo ad un cuoco di inventarsi una cena per 12 persone utilizzando solo ingredienti esotici che non ha mai visto prima. Oppure ancora chiedendo ad un ingegnere meccanico di aggiustare una lavatrice rotta utilizzando esclusivamente pezzi ricavati da un vecchio scooter. Oppure chiedendo ad un terrorista di confezionare una bomba utilizzando esclusivamente ingredienti comprati nella drogheria sotto casa con un budget di 50 euro.
In tutte queste prove di elasticità mentale come se la caverebbe un ragazzino del liceo classico? Probabilmente otterrebbe un risultato risibile. Possiamo ipotizzare che il tipo di prova influenzi il risultato? A questo proposito un certo Einstein sosteneva che “ognuno è un genio, ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido”.

Che i giovani italiani continuino pure a masturbarsi con “Tityre tu patulae” e amenità simili, ma ammettiamo anche che mille altre attività contribuiscono a favorire e sviluppare l’elasticità mentale. Non esiste solo il liceo classico.

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