Il Giro e le velocità delle regioni del Sud

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Il Giro d’Italia è un’occasione per esplorare l’Italia da dentro, dalla sue viscere o meglio dire dalle sue vene e arterie ossia le strade e autostrade. Dalla vettura scorre il paesaggio come un lungo documentario e la musica te la metti tu con la radio o CD, ma se guidi da solo come nel mio caso e come nel caso di tanti altri al seguito del Giro, i pensieri prendono subito spazio e importanza e così – col pilota automatico ben collaudato – si guida da regione a regione dentro e fuori. Domani ritorneremo a Centro Italia, salutando per il 2014, il Sud. Ecco, quanto sono veloci le regioni del Sud? Ci sono quelle che filano via che nemmeno te ne accorgi come il Molise, che però esiste eccome e si fa sentire con il suo vento sempre vivace a irrompere sulla costa piccina.

Ci sono poi quelle placide solo di primo acchito, con l’asfalto liscio senza segnaletica orizzontale come la Sicilia, che diventa immensa come un continente se tagliata in diagonale Nord-Ovest – Sud-Est

Le autostrade e superstrade dritte e un po’ francesi della Puglia, collegano città così distanti che viste dalla mappa diventano come neuroni.

La Calabria è lenta e si prende tutto il tempo che le serve per sedurre il navigatore e portarlo dove non dovrebbe, come ad esempio verso le silenziose strade butterate dei boschi intorno a Serra San Bruno, l’anno scorso, che se approcciata dalla parte sbagliata diventa una città proibita.

La Basilicata è veloce da osservare solo in superficie, perché in realtà merita più tempo per attraversarla ed è giusto così perché almeno si ha lo stimolo e la necessità di volerci tornare per viverla in modo più rispettoso.

La Campania è lenta sulle autostrade, singhiozzante intorno ai centri abitati, sulle aspre strade statali: a sud di Salerno si estende una natura in parte ancora abbastanza libera, che trova le proprie perle nel Cilento: un vero piacere da guidare. Verso l’interno è umida e odorosa con fragranze anche stordenti come le concerie di Solofra.

Lento e veloce (più il primo che il secondo, però) è l’Abruzzo, che è già un po’ centro per la verità e che il micromondo dell’Italia. Dalle sue suggestive strade costiere che rilassano e distendono lo sguardo al mistero dell’interno con il parco nazionale e i suoi animali straordinari. Dalle montagne mitiche come il Gran Sasso e il suo contrasto tra il prodigio della ricerca nel sottosuolo e la tradizione dei greggi 2km più sopra fino alla quotidianità ancora squarciata e ferita de L’Aquila.

Si va lenti e si va veloci per le strade del Sud, che spesso e volentieri ti fanno dannare e imprecare, ma al tempo stesso ti rapiscono sempre qualcosa per tenerselo in ostaggio finché non ci ritorni. E devi ritornarci.

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