I tuoi genitori non pagano le tasse? Niente mensa scolastica e parco giochi

parco giochi

Niente servizi pubblici come mensa scolastica e parco giochi per i figli di chi non paga le tasse. Fa discutere l’iniziativa di Michela Rosetta, sindaco di San Germano Vercellese, che ha deciso di contrastare così l’evasione fiscale. Una soluzione drastica che fa ricadere sui figli le colpe dei genitori, ma anche pragmatica e logica: se non paghi le tasse non hai diritto ai servizi pubblici.

Siamo in un paesino piemontese di 1800 anime, in difficoltà economica: il buco di bilancio, come riporta La stampa, è di centomila euro. Troppi cittadini sono indietro con il pagamento di Tari e Tasi, le casse sono al collasso e l’amministrazione è disperata. Il comune, lista nera con i nomi dei 108 furbetti alla mano, decide così per il pugno duro. Il consigliere Giorgio Carando spiega: “Abbiamo mediato con molte famiglie in difficoltà dilazionando gli arretrati, ma chi non è in un programma di rientro rinuncerà ai servizi finché non si accorderà con l’amministrazione”. Tra i servizi vietati a chi si macchia di evasione fiscale mensa scolastica, parco giochi, sacchetti gratis per i rifiuti, accesso al teatro e agli impianti sportivi comunali.

È giusto che a pagare siano i bambini? La speranza è che i loro pianti possano far mettere mano su coscienza e portafogli a mamma e papà. Il sindaco non ha dubbi: “Le imposte servono a finanziare i servizi e chi non le paga non ne ha diritto. Non vogliamo vietare ma educare al rispetto della cosa pubblica”.

Non potevano mancare le polemiche politiche. Il sindaco Rosetta, fascia tricolore al petto dal 2013, è della Lega Nord. Molte delle famiglie punite sono straniere. Puntuale l’accusa di razzismo. Aity Ahmed, presidente dell’associazione culturale musulmana Al Aman, attacca: “Tra le famiglie a cui è stato sospeso l’ingresso al parco giochi ci sono molti nuclei di origine marocchina. Non è giusto far ricadere le responsabilità dei grandi sui bambini, che ora sanno di non essere ben accetti. Molti di noi sono cittadini italiani, e anche i nostri figli, ma non è la prima volta che il sindaco discrimina gli stranieri”. “Non accetto che si parli di discriminazione o razzismo, io discrimino solo chi non paga – si difende il sindaco – ma alcuni rappresentanti dell’associazione devono restituire qualcosa ai sangermanesi, comincino loro: noi applichiamo le regole e chi non ci sta è libero di andare altrove”.

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