I 60 anni del probiotico 100% Made in Italy

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[didascalia fornitore=”foto”]via Pixabay[/didascalia]

Come sappiamo la flora intestinale rappresenta una barriera difensiva che protegge l’organismo dai batteri patogeni. E’ dunque fondamentale mantenere in equilibrio l’ecosistema intestinale che è alla base del benessere generale. Cambi di stagione, abuso di fumo e alcool, disordini nella dieta e antibiotici sono alcuni dei fattori che possono alterare l’equilibrio intestinale e causare effetti negativi sulle funzioni svolte dalla flora batterica intestinale, ossia dal microbiota che convive con l’organismo umano.

“E’ in atto una rivoluzione. Lo studio del microbiota umano sta cambiando completamente le nostre conoscenze e oggi si può diagnosticare un microbiota malato”, sottolinea il professore Antonio Gasbarrini, direttore Area Gastroenterologia e Oncologia medica del Policlinico Gemelli. “Il suo corretto equilibrio si può ristabilire con la dieta o con i probiotici: sappiamo, ad esempio, che dopo una terapia antibiotica un probiotico può ristabilire un corretto equilibrio di germi e batteri che popolano il tratto gastrointestinale”. Oppure, “utilizzando altri probiotici possiamo potenziare la risposta immunitaria”.

Gli studi di oggi ci forniranno più farmaci domani: “Avremo nel futuro probiotici di settore, disegnati specificamente per le persone in età geriatrica. Esistono già studi che dicono che certi probiotici devono essere privilegiati in donne con osteoporosi o in persone che fanno sport. E’ un cambiamento epocale della nostra maniera di intendere quello che prendiamo tutti i giorni”, conclude Gasbarrini.

Lanciato per la prima volta sul mercato italiano nel 1958, il probiotico 100% Made in Italy prodotto nello stabilimento Sanofi di Origgio (Varese) compie i suoi sessant’anni confermandosi come un farmaco di qualità, biologicamente superiore alla media. Di recente, infatti, uno studio dell’università di Pisa sui probiotici in commercio in Italia ha confermato che questo prodotto ha caratteristiche uniche che lo rendono capace meglio di altri di resistere all’acidità della bile e dei succhi gastrici.

Enterogermina registra dunque la soddisfazione degli addetti ai lavori e dei pazienti. E una ricerca conferma che si tratta di un probiotico di alta qualità. “Lo studio ha analizzato la qualità di dieci dei prodotti probiotici commerciali più venduti nel nostro Paese: ci sono notevoli differenze per quanto riguarda il loro comportamento in ambiente acido”, spiega Emilia Ghelardi, docente di microbiologia e microbiologia clinica all’Università di Pisa.

I risultati dello studio chiariscono che il farmaco in questione sopravvive meglio di altri e a contatto con l’ambiente gastrico ha dimostrato di resistere inalterato fino a 120 minuti. E in ambiente intestinale è addirittura l’unico probiotico capace di moltiplicarsi in maniera significativa donando i suoi effetti benefici sull’intestino grazie al suo principio attivo, le spore di Bacillus clausii, in grado di raggiungere indenni il tratto intestinale e combattere le alterazioni della flora batterica.

Nello stabilimento bio-tecnologico di Origgio in provincia di Varese, dove lavorano 185 dipendenti, la sospensione di spore di Bacillus clausii viene coltivata, curata e sottoposta a decine e decine di processi di sterilizzazione e trattamento. Attivo dal 1971, lo stabilimento è passato nel 2011 da sito multi-prodotto a polo mondiale dedicato unicamente al probiotico registrato in quasi 70 Paesi e commercializzato in oltre cinquanta: nel 2017, il fatturato nel mondo è stato di 174 mln. L’obiettivo del gruppo farmaceutico è entrare nei mercati di Russia, Australia, Cina e Nord Africa. “Ci sono grandi possibilità di espansione”, ha spiegato il direttore dello stabilimento di Origgio, Roberto Di Domenico. “E con una produzione di 350 milioni di flaconi di Enterogermina prodotti ogni anno, il nostro sito è il principale fornitore del farmaco per i mercati di tutto il mondo”.

In collaborazione con AdnKronos

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