Hollande a Calais: ‘Il centro va chiuso, il Regno Unito faccia la sua parte’

Il presidente francese Francois Hollande al summit EU di Bratislava

Questa mattina, ha preso il via la prima visita ufficiale di Francois Hollande a Calais, cittadina del nord, da tempo sotto la lente di ingrandimento per la complessa questione della gestione dei migranti. La prima dichiarazione del presidente francese è stata: ‘Dobbiamo smantellare completamente, definitivamente il campo’. Per mettere a segno la delicata operazione Hollande si impegnerà a fondo, tuttavia ha chiesto esplicitamente anche l’intervento della Gran Bretagna.

Il presidente francese non ha nessuna intenzione di apportare alcun tipo di miglioria alla struttura, ma soprattutto non intende essere ‘solo’ nelle operazioni di chiusura del centro: ‘Il governo francese andrà fino in fondo, ma i britannici devono fare la loro parte’ e ha poi aggiunto con riferimento alla Brexit e agli accordi del Touquet del 2003, che stabiliscono la frontiera britannica in Francia: ‘Non è perché la Gran Bretagna ha preso una decisione sovrana, che ora non ha più obblighi rispetto alla Francia’. 

Hollande ha iniziato la visita dalla gendarmeria e proseguirà incontrando i rappresentanti politici, dell’imprenditoria e delle associazioni. Non è prevista tuttavia, alcuna visita all’interno del campo profughi, altrimenti noto come la ‘Giungla’, per evidenti motivi di sicurezza, soprattutto a seguito degli attentati
di Nizza e Saint-Etienne-du-Rouvray. 

La Giungla, che nasce laddove prima c’era una vecchia discarica dismessa, è attualmente il campo profughi più grande d’Europa. La struttura è delimitata da barriere di ogni sorta, cancelli e reti. A tenere sotto controllo la situazione e per evitare che i migranti che vi sono all’interno raggiungano le strade circostanti o addirittura i binari dei treni diretti in Gran Bretagna, c’è un numero impressionante di militari. Da fuori la Giungla sembra quasi un penitenziario, all’interno, in realtà non vi sono detenuti: qui vivono, a detta delle Ong che vi operano, seimila persone, di cui 600 donne e almeno 300 minori. Le condizioni igieniche sono inimmaginabili, i beni alimentari scarseggiano, mentre a non conoscere tregua sono gli stupri e i furti.

Ogni tanto qualcuno riesce a superare tutte le barriere e a scappare al controllo dei militari, tuttavia spesso va incontro alla morte, poco dopo aver raggiunto la libertà.

Il tema dello smantellamento del campo di Calais è molto vivo in Francia: in tutta la regione del nord il clima è molto teso, tutti i cittadini e in particolar modo i commercianti, lamentano una pessima gestione del centro profughi. L’argomento è tanto scottante, da essere diventato uno degli elementi cruciali della campagna elettorale.

Impostazioni privacy