Hiris, la tecnologia indossabile made in Italy per la smart home sostenibile

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Siete stufi di dover utilizzare tecnologie diverse per azioni diverse durante la vostra giornata? E se poteste regolare la temperatura della vostra casa per risparmiare energia, contare i passi fatti durante la giornata all’aria aperta e avere una micro usb con voi, tutto nello stesso dispositivo? È stato questo l’obiettivo che ha spinto Marco Gaudina nel 2009 a sviluppare Hiris, un vero e proprio computer indossabile che potrebbe, di qui a poco, cambiare il nostro concetto di versatilità in ambito tecnologico. Abbiamo cercato di capirne qualcosa in più con Luca Lagomarsino, co-founder di Circle Garage, la start up genovese che fa parte dell’incubatore del Politecnico di Torino che sta portando avanti il progetto.

Non dobbiamo più pensare alla tecnologia indossabile solo come un banale contapassi, allargando la nostra prospettiva ad ambiti quali quello domestico, del fitness ma anche riabilitativo: “Per descrivere Hiris noi usiamo tre aggettivi – racconta Luca Lagomarsino – modulare, espandibile e customizzabile: può tracciare i movimenti in 3D legati a una racchetta da tennis, può inglobare dell’hardware aggiuntivo, come della memoria o una scheda Sd, e può monitorare in real time i movimenti dei pazienti durante un percorso di riabilitazione”. L’ambito domestico è stato un campo d’applicazione che ha avuto subito successo: l’idea è stata valorizzata con il primo premio Smart Home Hackathon, una competizione fra start up e giovani innovatori sul tema della casa connessa, che si è chiusa all’I3P, Incubatore del Politecnico di Torino. “Fin dalle prime ore in cui abbiamo avuto la possibilità d’interfacciarci con altre realtà come Apio e Spotsoftware siamo riusciti a comprendere e sviluppare le potenzialità di Hiris per dare il via alla casa intelligente” racconta Lagomarsino.

Come si potrebbe applicare questo dispositivo all’idea di smart house e risparmio energetico? “Passiamo dal controllo della temperatura domestica all’accensione o spegnimento della luce, o alla sua intensità, arrivando poi al controllo vero e proprio di funzioni precise come lo stereo di casa o i lucchetti delle porte”. Quante volte ci è capitato di dover affrontare il terribile dilemma “Ho spento la luce? Ho chiuso il gas?”. L’integrazione di questo tipo di tecnologia con qualcosa d’indossabile, che possiamo portare sempre con noi, sembra essere davvero il futuro anche in chiave green per evitare ogni tipo di spreco: “Molte aziende stanno comprendendo le potenzialità di questo approccio per funzioni semplici ma quotidiane che possono interessare praticamente chiunque. Hiris in questo senso non rappresenta più quella tecnologia che nasce, cresce e muore in un modo, ma diventa adattabile a diversi ambiti. Gli sviluppatori di software potrebbero infatti pensare a una funzione specifica per Hiris e concederne poi il download sul nostro sito”.

C’è un secondo aspetto da non sottovalutare: sviluppare questo tipo di tecnologia in Italia e mantenere nel nostro Paese la sede legale, in un momento storico dove molte realtà, spesso innovative, decidono di spostarsi altrove per fare fortuna, è una scelta coraggiosa. Non sono mancati i riconoscimenti e la partecipazione a diversi festival del settore, dal “Pioneers Festival” di Vienna allo “European Venture Summit” di Dusseldorf, fino agli Mtv Digital Days. Ora potrebbe esserci il salto definitivo con uno spazio dedicato al Ces (Consumer elettronics Show), che si terrà a Las Vegas fra poco: “È come un sogno che s’avvera – aggiunge Lagomarsino – poter partecipare alla fiera internazionale di riferimento per l’elettronica di consumo è un’opportunità incredibile, una vetrina che ci potrà permettere di dimostrare tutte le potenzialità del nostro progetto”. Dalla teoria si deve passare necessariamente alla pratica e qui entrano in gioco soldi e investimenti: “Per poter creare più pezzi e poter parlare di una produzione di massa, a gennaio parte il crowdfunding su Indiegogo, una piattaforma visitata da 15 milioni di utenti nel mondo ogni mese, che potranno decidere se investire o meno nella nostra idea di tecnologia”.

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